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Scandalo in serie A: capo degli arbitri in manette | “Condannato per traffico di droga”

Manette - fonte Pexels - mondosportivo.it

Manette - fonte Pexels - mondosportivo.it

Il caso sta suscitando clamore in tutta Italia. A finire in manette è stato uno di volti arbitrali più importanti: ecco che cosa ha fatto.

Non è di certo la prima volta in cui un arbitro si ritrova coinvolto in guai legali anche piuttosto importanti. La maggior parte delle volte, però, questi problemi con la legge riguardano il gioco e scattano per via di scommesse illegali o fatti simili.

Questa volta, però, la vicenda ha dei connotati decisamente più particolari. Uno dei volti più importanti del mondo degli arbitri italiano si è ritrovato infatti coinvolto in una vicenda di traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Ovviamente la vicenda non poteva passare inosservata. E così ha raccolto il clamore di tutto il mondo del calcio italiano e non solo. Soprattutto perché il protagonista di questa vicenda è un nome importantissimo, essendo l’ex procuratore capo dell’Associazione Italiana Arbitri (ovvero l’AIA).

Il protagonista di questa storia è l’ex ufficiale dell’Esercito Italiano, Rosario d’Onofrio. Per via delle sue azioni, l’ex procuratore dell’AIA ora si ritrova a passare dei guai legali davvero grossi. Ecco che cosa è successo.

L’ex procuratore dell’AIA arrestato per traffico di droga

La sentenza è stata emessa di recente dal giudice per l’udienza preliminare, Lidia Castellucci. E così Rosario d’Onofrio è stato condannato a 5 anni e 8 mesi di reclusione, aumentati poi a 7 anni e 8 mesi per via di una precedente condanna per reati analoghi. A muovere le indagini è stata la Guardia di Finanza, che ha portato all’individuazione di 57 persone coinvolte in questa vicenda.

D’Onofrio era già stato arrestato in flagrante nel maggio del 2020. Stava trasportando ben 44 chilogrammi di marijuana, reato per cui era stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Era il periodo del lockdown per il Covid e D’Onofrio aveva usato la sua divisa da militare per eludere i controlli ed eseguire le sue operazioni criminali.

La vicenda di Rosario D'Onofrio - fonte Lapresse - mondosportivo.it
La vicenda di Rosario D’Onofrio – fonte Lapresse – mondosportivo.it

Scoppiano le polemiche

Nonostante la precedente condanna e gli arresti domiciliari, D’Onofrio aveva mantenuto la carica di procuratore capo dell’AIA. Aveva così partecipato a diverse riunioni grazie ai permessi concessi dal giudice di sorveglianza. Questo ha sollevato numerose polemiche e contestazioni nel mondo del calcio italiano.

Le indagini della Guardia di Finanza, inoltre, hanno permesso di infliggere una quarantina di pene per un totale di 17 anni di reclusione. Svelando così un’organizzazione criminale importante in cui lo stesso D’Onofrio era coinvolto.