Gemma Triay e Delfi Brea. Ale Galan e Fede Chingotto. L’urlo della vittoria del motorola razr Miami Premier Padel P1 è il loro. Un urlo intenso e meritato per quanto fatto in questa felicissima prima edizione del torneo americano. Un successo non solo dal punto di vista tecnico, ma anche di pubblico, con quei quattro sold out uno dietro l’altro da giovedì e a domenica. Non hanno vinto i numeri uno del tabellone Sanchez-Josemaria o Coello e Tapia, ma coloro che puntano a scalzarli dal trono, dopo due finali spettacolari e la certezza che Lebron e Stupaczuk, pur sconfitti, possano rappresentare la ‘terza via’ della stagione.
Un successo che si incornicia nelle dichiarazioni del presidente della International Padel Federation, Luigi Carraro: “E’ stata una grande festa americana di padel e questa prima esperienza negli USA con il circuito Premier Padel si è conclusa con il pieno di certezze, sia dal punto di vista del pubblico, con i quattro sold out di fila a testimoniarlo, sia dal punto di vista agonistico, con semifinali e finali di altissimo livello tecnico. Voglio ringraziare in modo particolare, oltre a tutti coloro che hanno lavorato per questo successo, le istituzioni di Miami Beach, che hanno voluto riconoscere lo sforzo organizzativo del torneo, con un gesto ufficiale e molto bello. Il padel negli USA, dopo questa straordinaria esperienza, avrà una spinta in più sia da punto di vista professionistico che amatoriale”.
Triay e Brea hanno battuto Ari Sanchez e Paula Josemaria (2-6, 6-1, 6-4) dopo una finale fantastica e tirata, con quattro grandi interpreti che sono salite e scese dalla montagna – mai metafora fu più azzeccata – più e più volte, ribaltando ogni volta l’idea di un epilogo ormai deciso. No, a Miami abbiamo capito una volta di più che questa rivalità è la tela preziosa della stagione Premier Padel e sarà il leit motiv dell’anno. E non solo per gli otto game complessivi lasciati alle avversarie in semifinale dalle due coppie finaliste o per il fatto che né Ari e Paula, né Delfi e Brea avevano lasciato un solo set alle avversarie qui a Miami.
D’altra parte, parliamo di coppie monumentali: Sanchez/Josemaria, alla loro 18esima finale con 12 titoli e vincitrici a Riyadh, sono state numero uno del ranking FIP nelle ultime due stagioni e per buona parte di quella del 2022, quando furono scavalcate proprio da Gemma Triay in coppia con Ale Salazar nel finale. Triay-Brea sono una coppia nuova, è vero, ma Gemma è l’unica giocatrice del ranking mondiale FIP ad aver vinto titoli con 3 compagne diverse – Ortega, Fernández e Brea – e la regola del ‘3’ resta anche per le finali giocate quest’anno, tre appunto, con due titoli vinti a Gijon e Cancun e il terzo a Miami. E guarda caso, a Brea non succedeva dal maggio 2024 di fare tre finali di fila, il che vuol dire che il feeling fulminante con Triay abbia già prodotto un miglioramento evidente nei suoi destini agonistici.
La prima volta di Ale Galan e Juan Lebron separati da una rete di gioco in finale, è arrivata in una Miami più afosa del solito, quasi che il clima locale avesse risentito del confronto tra i primi, veri dominatori Galan e Lebron in coppia – di un mondo del padel in viaggio verso il futuro e la sua propagazione globale. Ale e Juan. Juan e Ale. Una partita nella partita, un affare di cuore che, caldo o freddo che sia oggi, scalda sempre e comunque il pubblico, nell’occasione made in USA, ma non per questo pronto a schierarsi da una parte o dall’altra.
Bruciante, invece, è stata la partenza di Chingotto e Galan nella prima finale di Miami Premier Padel. Pronti via e match che si mette in salita pesante per Lebron e Stupa, con un 6-1 che non è lo specchio dei valori in campo naturalmente, ma di un approccio certamente perfetto dei Chingalan, rispetto all’avvio legnoso del Lobo e Stupa. Anche qui, la sensazione che possa finire presto si sgretola dietro all’impennata di Lebron e Stupaczuk, che nel secondo set danno più volte l’impressione di poter aprire la finestra della terza partita, un’opzione che alla fine s’è scontrata con la fame di Ale Galan e il padel meccanicamente perfetto di Chingotto.
Il 7-6 finale chiude il match con un risultato giusto nel complesso ma forse severo per quanto Stupa e Lebron hanno fatto in questo torneo, in particolare eliminando gli Invincibili Coello e Tapia nella semifinale di sabato. Per Galan e Chingotto è il sesto titolo dall’inizio della scorsa stagione, anche se non vincevano un torneo dal luglio scorso, il P2 di Genova. Per Stupa e Lebron la consolazione di essere sempre arrivati in finale fin qui nei tornei disputati, Riyadh, Cancun e Miami.
A Miami c’è stato anche spazio per i supervip dello sport e del mondo dello spettacolo. La medaglia d’oro olimpica di tennis, l’italiana Sara Errani e la sua rivelazione: “Giocherò a padel quando smetterò col tennis”, o la sua collega francese Caroline Garcia ex numero 4 del ranking mondiale ed ex compagna di doppio di Alix Collombon in tabellone a Miami; Carlitos Alcaraz che vuole “giocare a padel con Coello” e al quale deve averlo detto direttamente nell’incontro con il numero uno al mondo di sabato. Oppure, Matteo Berrettini, che si vedrebbe bene in coppia “con Chingotto perché io gioco a sinistra e da lì sfido mio padre Luca”, presente anch’egli in tribuna vip del ‘Juan y Bela”, fino a Paul Pogba: “Sono pazzo per il padel, gioco ma devo migliorare”, ha detto.
E ancora, le star della musica Alejandro Sanz e Daddy Yankee, quest’ultimo accolto con un’ovazione e protagonista del sorteggio della finale maschile, con tanto di lancio della monetina in campo. E, infine, la sorpresa più bella, la visita del sindaco di Miami Beach Steven Meiner e del Commissioner Joe Magazine, che hanno voluto donare agli organizzatori del torneo un documento ufficiale che testimonia l’apprezzamento della città di Miami Beach per l’organizzazione di questo grande evento sportivo.