L’arbitro fischia la fine, il giocatore esce il coltello e colpisce l’avversario: tre colpi in diretta tv
La storia di cui parliamo oggi è particolarmente grave. Ecco che cosa è successo alla fine di questa partita.
La vicenda su cui ci soffermiamo oggi in questo articolo è tra quelle che maggiormente hanno colpito l’opinione pubblica negli ultimi anni. La storia ha inevitabilmente agitato le discussioni sui social, soprattutto tra coloro che hanno visto il video (che anche tu puoi vedere qui sotto).
I casi di violenza nel mondo dello sport e in particolare nel calcio non sono di certo una novità. Questa volta però la vicenda di cui parliamo ha colpito nel segno, soprattutto perché dietro a questo atto di violenza c’è dietro una storia dai retroscena particolarmente inquietanti.
La storia risale al 2022, quando sul campo da calcio di Chiaiano, nella periferia nord di Napoli, è successo di tutto. In pochi avrebbero mai immaginato che uno dei calciatori aveva portato con sé un coltello in campo.
Pur risalente a quasi tre anni fa, la storia è tornata alla ribalta proprio negli ultimi giorni. Questo per merito di un video diffuso di recente sui social dal deputato di Alleanza Verdi – Sinistra, Francesco Emilio Borrelli. Ma a che cosa è dovuto questo atto di violenza e perché è scattato?
Dopo la partita, volano le coltellate: ecco che cosa ès successo
Il protagonista della storia è Gennaro Musella, nipote del boss camorrista Maria Licciardi. È stato arrestato per aver violato gli arresti domiciliari, che gli erano stati imposti in seguito all’aggressione avvenuta dopo una partita di calcio nel 2022.
Il filmato, che puoi vedere anche qui sotto, mostra Musella che in seguito ad un contrasto di gioco si scaglia contro gli avversari armato di coltello, ferendo gravemente due persone. Dopo aver mostrato pentimento per le sue azioni e aver risarcito le vittime, era stato punito con gli arresti domiciliari.
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Il parere del deputato Borrelli
Il deputato Borrelli ha criticato in modo aspro la gestione del caso. Ha infatti definito “assurdo” che Musella non fosse già in carcere dopo la violenza avvenuta sul campo dal calcio.
“Un nipote di un boss di camorra che rischia di uccidere per una partita di calcio non può avere attenuanti”, ha dichiarato, aggiungendo che “la sua evasione dimostra che non ha compreso la gravità del suo gesto e non può vivere in una società civile“. Secondo Borrelli, pene leggere di questo tipo rischiano di lanciare messaggi sbagliati.