Una vittoria con una dedica speciale a chi non c’è più. Paquito Navarro sta giocando il Milano Premier Padel P1 con il cognome ‘Compan’ sulla maglia: è quello della mamma Maria Victoria, scomparsa qualche giorno fa. “Da giovedì scorso c’è una stella in più nel cielo che mi appoggia e mi accompagna in ogni momento, la mia stella più speciale – le parole toccanti di Paquito sui suoi profili social –. Ti ricorderò per sempre, ogni giorno. Ti voglio bene”. E nel ricordo della mamma, Paquito – in coppia con Pablo Cardona – ha superato gli ottavi di finale all’Allianz Cloud, battendo 6-2 6-4 Sanyo Gutierrez e José Diestro: una vittoria che vale l’accesso ai quarti – dove ci saranno Arturo Coello e Agustin Tapia o Maxi Sanchez e Lucho Capra, in campo in serata – e, per Cardona, un passo avanti verso le Premier Padel Finals di Barcellona, visto che la sconfitta di Gutierrez esclude Sanyo dalla corsa a uno degli ultimi due posti ancora in palio nella FIP Race.
“E’ stata una settimana complicata – le parole di Paquito, che si era ritirato dal Major di Acapulco per motivi personali legati proprio alla scomparsa della mamma –. Essendo sincero, ho pensato di non venire a Milano, ma mia madre non avrebbe voluto questo. Lei avrebbe voluto che venissi qui a dare il massimo e ad aiutare il mio compagno a qualificarsi alle Finals. Voglio che sia orgogliosa di me, ovunque sia”.
C’è chi con la propria maglia ricorda una persona scomparsa e poi c’è chi, attraverso la sua ‘camiseta’ regala la felicità a un bambino. Il protagonista di questo gesto è stato Juan Lebron che, dopo aver vinto il match contro Daniel Santigosa e Miguel Lamperti, andando verso la panchina si è accorto che sugli spalti dell’Allianz Cloud un bambino alzava in aria un cartoncino con scritto: “Oggi è il mio compleanno: mi regali la tua maglietta?”. Detto, fatto. Il Lobo l’ha portato in campo e gli ha consegnato il prezioso cimelio regalandogli una giornata indimenticabile.
Il contatore è da aggiornare. Arturo Coello e Agustin Tapia, teste di serie numero 1 del Milano Premier Padel P1, si sono qualificati ai quarti di finale, conquistando la loro 42esima vittoria consecutiva in una serie che va avanti ininterrottamente dalla sconfitta a Genova del 7 luglio scorso contro Fede Chingotto e Ale Galan. Il pubblico dell’Allianz Cloud si è goduto lo spettacolo e una partita che, dopo un primo set dominato da Coello e Tapia, nel secondo si è risolta al tiebreak (6-2 7-6).
Maxi Sanchez e Lucho Capra, teste di serie numero 11 dell’ultimo torneo della stagione prima delle Finals, hanno provato a resistere al gioco martellante di Arturo e Agustin, uscendo comunque tra gli applausi dopo un match durato un’ora e 29’. Nei quarti, domani, Coello e Tapia affronteranno non prima delle 13 Pablo Cardona e Paquito Navarro, numeri 5 del seeding, con Cardona che grazie alla sconfitta di Juan Tello (in coppia con Inigo Jofre, battuto 6-3 6-2 da Martin Di Nenno e Juan Lebron), si è garantito aritmeticamente l’accesso alle Premier Padel Finals di Barcellona.
“Non teniamo il conto – assicura Coello –. Siamo felici della vittoria e della prestazione e speriamo di proseguire su questo passo. Con l’aiuto del nostro team, l’importante è recuperare e arrivare alle Finals senza problemi fisici e senza infortuni, anche perché non le ho mai vinte e vorrei farlo”. E sul possibile desiderio dei fan di un avvicendamento sul trono del padel mondiale, Tapia, replica: “È normale che tutti lo vogliano. Tutti, tranne noi. Questa è una cosa che ci motiva a cercare di fare sempre meglio. Anche perché nonostante le numerose vittorie, sentiamo di avere sempre qualcosa da migliorare”. Prima della doccia, l’incontro e l’abbraccio con Fernando Belasteguin, pronto a entrare in campo: tocca alla Leggenda.
Mancavano soltanto due posti da assegnare nella corsa alle Premier Padel Finals di Barcellona, ma gli ottavi di finale del Milano Premier Padel P1 hanno emesso gli ultimi verdetti. Pablo Cardona e Lucas Bergamini conquistano un biglietto per il Palau Sant Jordi, dove si chiuderà la stagione dal 19 al 22 dicembre: Cardona, testa di serie numero 5 all’Allianz Cloud con Paquito Navarro, ha vinto lo ‘scontro diretto’ contro Sanyo Gutierrez (in coppia con José Diestro), escludendo la leggenda argentina dalla corsa alle Finals. Le sconfitte di Alex Arroyo e Alex Ruiz (battuti da Momo Gonzalez ed Edu Alonso), quella di Juan Tello (con Inigo Jofre, contro Martin Di Nenno e Juan Lebron) e soprattutto la sua vittoria nella partita che ha chiuso la carriera di Fernando Belasteguin, hanno invece regalato la qualificazione anche a Lucas Bergamini, che domani proverà in coppia con Javi Garrido a raggiungere una finale già disputata due anni fa a Milano con Victor Ruiz.
“Oggi è il momento di Bela, non il mio – le parole di Bergamini –. Ma ovviamente sono felice per essermi qualificato per le Finals. Sarebbe potuto succedere ovunque, è successo qui a Milano. Di nuovo qui, in un torneo speciale per me, in questa partita che fa la storia”.
L’ultimo colpo di Bela è un rovescio che finisce inghiottito dalla rete. Vincono Garrido e Bergamini 6-3 6-4 e il primo quasi si nasconde aggrappato alla grata con la mano a coprire il volto. Il secondo non esulta neanche. Lucas e Javi vorrebbero sparire – quasi – perché ogni giocatore sogna di scrivere la storia, ma non di farlo così, con le emozioni che girano al contrario. Perché questa è la vittoria dell’addio del più grande di sempre.
L’ultima sfida e un epilogo al quale, al primo dei tre match point sul 4-5, si ribella con due ‘por tres’ di fila che finiscono fuori dal campo e tengono il match ancora acceso. Non vuole mollare Bela, perché un ‘Belasteguin nunca se rinde’. Un Belasteguin non si arrende mai. Ha provato a piegare il tempo, lo ha fatto fino a 45 anni, più della metà dei quali dedicati alla carriera più incredibile della storia del padel. Sedici anni da numero uno sono un abito stretto per chi più di tutti ha trasformato il padel in uno sport globale ispirando generazioni di giocatori. E infatti piange a dirotto Garrido quando parla da vincitore con la faccia di chi ha perso. Piange Bergamini mentre tutto l’Allianz Cloud è in piedi a salutare Bela.
E piange anche lui, Fernando, come piange Tino Libaak, che all’improvviso sembra molto più giovane dei suoi 19 anni. Un bimbetto che singhiozza disperato. ”Bela, Bela, Bela!”. Lui, Fernando, allarga le braccia, saluta, piange, abbraccia e poi piange di nuovo. A bordo campo c’è tutto il gotha del padel: Di Nenno, Tapia, Yanguas, Galan, Chingotto, il presidente della FIP Luigi Carraro e l’inseparabile amico del cuore Gianluca Vacchi. E poi la gente, la sua gente. Urla un ragazzino: “Bela non ci lasciare!” mentre il match si mette in salita nel primo set, con quel break al quarto game sul servizio di Tino. “Bela, Bela” urla la folla quando proprio lui, Fernando, subisce un break che è una pugnalata alla speranza nel quinto gioco del secondo set.
Il gioco fisico di Bergamini e Garrido è un rito di erosione degli avversari, che pure se la giocano, tentano di ribellarsi a una storia che pare già scritta e così sarà dopo un’ora e 28 minuti di gioco. Sono le 21 e 38 (ora italiana) e sul Centrale del Milano Premier Padel P1, nel cuore dell’Allianz Cloud, finisce la carriera del più grande di tutti. E da lì, è rito di celebrazione, con l’organizzatore del torneo, il Ceo di NSA Marco Gamberale che entra in campo e premia Fernando scappando subito dopo con discreta eleganza, quasi per non intromettersi nell’abbraccio di Bela con la sua gente. In un mare di applausi, la ‘Leyenda’ prende il microfono e per i suoi fan è una musica struggente: “Con i riconoscimenti che ho ricevuto quest’anno, ho vinto più trofei che negli ultimi cinque anni – scherza – non si può sapere quale sensazione si possa provare quando si smette di giocare. Ora lo so ma sono molto felice, molto tranquillo. Avevo già deciso da un bel po’ di tempo di giocare tutta la stagione del 2024. Ho avuto più momenti difficili che belle partite, ma volevo andarmene come ho fatto durante tutta la mia carriera. Lottando, combattendo, buttandomi a terra, litigando con l’arbitro, colpendo il vetro con una racchettata. Volevo andarmene con la mia essenza, quella di combattere. E sono molto tranquillo perché ho fatto tutto il possibile. Ho avuto la fortuna di chiudere 30 anni di carriera professionistica quando l’ho deciso io. Molte volte lo sport ti costringe a smettere molto tempo prima. E ora sono già 10 o 15 minuti che sono un ex giocatore professionista. E sono molto tranquillo, davvero molto tranquillo”. Meno male, Fernando. Ma sappi che dalle 21 e 38 ora italiana del 5 dicembre 2024, il padel non sarà mai più lo stesso.