“Fatico a pagare un caffe”: la bandiera della serie A al verde | Positivo al doping
Racconto drammatico da parte di una bandiera del nostro capitano, finito al verde dopo la positività al doping.
Vista da fuori la vita di un calciatore può sembrare un sogno vero e proprio. Gli ingaggi altissimi, la fama, il successo e soprattutto la possibilità di fare il lavoro che piace e che è stato sognato fin da quando si era bambini. Tuttavia spesso e volentieri ciò non è così.
Sono tanti i giocatori o comunque i grandi nomi che hanno fatto parte del mondo del calcio che si sono ridotti male, finendo in un vero e proprio vicolo cieco nel corso della loro vita. Uno di questi ad esempio è una bandiera assoluta della nostra Serie A.
Questo infatti è rimasto invischiato in una terribile vicenda di doping, dalla quale si sono scatenati molti altri problemi, come quelli economici, che addirittura lo hanno ridotto a non potersi permettere nemmeno un caffé.
Una fine terribile per la leggenda della Serie A
Nel corso degli ultimi tempi sta tornando alla ribalta, prima in quanto è rimasto vittima di un malore, e poi perché spesso e volentieri viene ascoltato come opinionista sulla squadra della sua vita, la Sampdoria, dove proprio ultimamente ha detto ai calciatori blucerchiati di darsi una svegliata per salvare la stagione. Stiamo parlando ovviamente di Francesco Flachi, storico attaccante del Doria.
Oggi l’ex attaccante sembra essere tornato alla normalità. Tralasciando il fatto che si è sentito male, la sua vita è tornata ad essere serena, soprattutto dopo aver abbandonato certi vizi che gli hanno rovinato la carriera e, ad un certo punto, anche la vita. “Otto stagioni una più bella dell’altra, oggi fatico a pagare un caffé, a volte l’amore della gente mi imbarazza”. Così si è espresso Flachi qualche tempo fa ai microfoni di La Stampa.
Una carriera buttata per colpa della droga
Arrivato all’apice della sua carriera, Flachi venne beccato positivo alla cocaina, e squalificato per ben due anni. Lo stesso ha raccontato che quel gesto è dovuto ad una squalifica per due mesi subita per le scommesse, fatto per il quale era totalmente innocente.
Scontate le varie pene l’attaccante torna in campo, ma nulla è più come prima, e viene trovato una seconda volta positivo, dicendo così addio al sogno di giocare a calcio: 12 anni di squalifica e carriera buttata.