Rinunciare alla carriera e ai Mondiali con la Francia per abbracciare la causa algerina: questa è la storia di Rachid Mekhloufi.
Rachid Mekhloufi è un giovane attaccante di origini algerine. È nato a Sétif il 12 agosto 1936 e si mette in mostra nell’Union Sportive Musulmane (USM) che milita nella città natale. Quando ha 18 anni, viene notato dall’allenatore del Saint-Étienne Jean Snella, gloria del calcio francese. E così si trasferisce in Europa, per indossare la casacca dei Verts. Alto 168 centimetri, rapido e tecnico, Mekhloufi firma con l’ASSE il suo primo contratto professionistico: la sua vita cambia radicalmente.
Il 21 ottobre 1956, appena ventenne, debutta nella Nazionale con il galletto sul cuore contro l’Unione Sovietica a Colombes: amichevole che termina 2-1 per la Francia. A novembre il secondo gettone, nello spettacolare 6-3 con il Belgio per le qualificazioni mondiali. Scende in campo con la Nazionale altre due volte nel 1957, a marzo e dicembre. Nel frattempo è diventato un protagonista nel Saint-Étienne a suon di gol: 21 nel 1955-56, 25 nel 1956-57 quando è il miglior marcatore della squadra che vince il campionato. A luglio vince il Mondiale Militare con la Francia.
Si avvicina la rassegna di Svezia 1958. Nei primi mesi dell’anno iridato, quando il ct Albert Batteux stila la lista dei giocatori scelti per partecipare alla preparazione del Mondiale, Mekhloufi è tra questi. Poi, in primavera, la decisione che lascia tutti di stucco: Rachid, ad aprile, si unisce a due giocatori di stanza in Francia – Arribi e Kermali – e arriva in Tunisia passando per la Svizzera. Il motivo? Il desiderio di promuovere pacificamente la nascita di uno Stato algerino, creando la rappresentativa denominata FLN (squadra del Fronte di Liberazione Nazionale) e disputando amichevoli in tutto il mondo per aiutare la causa algerina.
Mekhloufi e tanti altri calciatori interruppero così per alcuni anni la carriera professionistica, fino al 1962 quando terminò la Guerra d’Algeria: il Paese africano, colonia francese fin dal 1830, poté festeggiare l’indipendenza e la squadra FLN si sciolse. Il nostro protagonista vide così premiato l’impegno suo e di altri colleghi. Ripartì dal Servette, in Svizzera, dove vinse il titolo nazionale 1962. Poi il Saint-Étienne lo riaccolse – quando si trovava in seconda divisione – e lui regalò al club altre annate super. Venne eletto miglior giocatore del campionato francese nel 1964, 1966 e 1967 dalla prestigiosa rivista France Football, portò a casa altri tre campionati e una coppa nazionale. La parabola agonistica si conclude con un biennio al Bastia, prima del ritiro nel 1970.
Giocatore correttissimo, nella sua carriera sportiva non ha mai ricevuto un cartellino giallo. Contestualmente all’ultimo periodo da calciatore in Corsica, inizia il percorso da allenatore. 59 i match di campionato sulla panchina del Bastia. I suoi trascorsi, in nome della libertà per l’Algeria, ne hanno fatto un simbolo – sarebbe meglio dire un’icona – per il Paese africano. Guida in seguito, in due periodi distinti, la Nazionale: tra il 1971 e il 1972, poi nell’intervallo 1975-79.
Lodevole il suo instancabile impegno per diffondere il calcio in Algeria, testimoniato dall’apertura di numerose scuole calcio – non solo nel Paese, ma anche oltre i confini nazionali nel continente africano – grazie alla Fondazione FLN.
Rachid Mekhloufi ha trascorso gli ultimi anni della sua vita tra la Tunisia e la Francia. È scomparso venerdì scorso, l’8 novembre, all’età di 88 anni.
Il Saint-Étienne lo ha ricordato con queste parole su X: “Un grande uomo, un grande calciatore se n’è andato. Rachid Mekhloufi non c’è più, ma la sua eredità non ci abbandonerà mai“.