In Primo Piano

L’”Italian Job” di Cassetta e Di Giovanni

“Brividi”. “Indescrivibile”. Sembrano titoli di una canzone. È, in realtà, la risposta volutamente sintetica di Marco Cassetta e Lorenzo Di Giovanni: come spiegheresti a qualcuno che non sa nulla di padel e di sport, la sensazione di vestire la maglia della Nazionale? Provate a chiedere a ogni atleta delle 32 nazionali presenti ai FIP World Padel Championships di Doha: la risposta sarà sempre molto simile. Marco Cassetta e Lorenzo Di Giovanni, giocatori di riferimento della squadra italiana, ci mettono un bel po’ a trovare la giusta definizione perché, spiegano in coro: “Se è una cosa indescrivibile come facciamo a descriverla?” Giusto. Però sentono di rappresentare un Paese, l’Italia, che è il secondo al mondo per praticanti e numero di campi. Sono quindi un punto di riferimento e lo sanno, soprattutto nell’anno in cui i broadcast tv per il Mondiale sono cresciuti esponenzialmente, tra piattaforme come Red Bull TV, canali come Supertennis o lo stesso streaming della FIP. Il pubblico che li osserva in uno schermo è cresciuto a dismisura: “Certo che pensiamo a questa cosa quando entriamo in campo – spiega Di Giovanni – e sapere che c’è tanta gente che ci segue è una cosa che ti fa giocare meglio, che ti elettrizza quando impugni la racchetta e guardi l’avversario”. “Anche se non sono lì in tribuna è come se li vedessimo tifare per noi. E cosa chiedere di più?”, aggiunge Cassetta. L’atmosfera del Mondiale è per entrambi “perfetta. Qui è tutto bello, organizzato nei minimi dettagli, e vestire la maglia della Nazionale è una cosa che non ha nessun paragone con nessun torneo al mondo. Noi qui siamo l’Italia e sappiamo che ogni giocatore delle altre squadre la pensa come noi. Un Mondiale è magia e un grande scambio di esperienze sociali e sportive. Emozione? Direi esaltazione di essere parte di un evento irripetibile. Ogni volta che entri in campo per un Mondiale è una prima volta e un’avventura meravigliosa”.

I due italiani continuano a raccontare le loro emozioni: “Sul fatto che ci siano tante persone che fanno il tifo per noi lo scopriamo anche sui nostri social: aumentano gli incoraggiamenti, le domande, gli abbracci virtuali, bellissimo”. A proposito: rispondono a chi vi scrive sui social? La risposta à un doppio smash: “Sempre”.

Gli Azzurri hanno esordito con l’Argentina, non una sfida banale. I campioni del mondo hanno vinto ma loro se la sono giocata: “Non capita tutti i giorni di ritrovarsi di fronte Tapia e Chingotto – racconta Di Giovanni – ed è stato bellissimo giocare una partita così. Ecco, quando si parla di magia del Mondiale si parla anche di questo. Io e Aris Patiniotis abbiamo perso con onore e giocando bene e posso dirvi che anche gli extraterrestri come loro, quando indossano la maglia della Nazionale sono diversi. Non so come spiegarlo, ma forse è quel senso di responsabilità che si sente quando si rappresenta il proprio Paese”. Anche Cassetta ha incontrato due non proprio banali: Augsburger e Di Nenno: “Non è che ti capiti tutti i giorni di incontrare giocatori di questo livello nel circuito – sorride –. Quando succede con la maglia della Nazionale tutto è più bello e ha più senso. Sono le partite che si sognano da bambini e le giochiamo con la maglia azzurra, cosa chiedere di più?”.

La chiacchierata con i due azzurri si snoda tra le curiosità dello spogliatoio, quelle che si raccontano con il sorriso. Una qualità che i due ragazzi di Marcela Ferrari non perdono mai: “Chi è il più chiacchierone? Facile rispondere Giulio Graziotti, ma ti garantisco che anche Simone Cremona con quei suoi modi da principe non scherza, parla moltissimo”, svela Cassetta. Sul più ottimista quando c’è da affrontare un match difficile l’Azzurro spiega: “Nessuno in particolare, siamo un gruppo unito e facciamo a gara a chi lo è di più”. Il finale è su quale sarà la prima cosa che racconteranno ai loro cari una volta tornati a casa: “Speriamo sia una cosa bella che deve ancora accadere…”. Gioco, partita, incontro.