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Euro 2024 – Domani Svizzera-Italia. Ciò che è successo, ciò che potrebbe succedere

Vigilia di Svizzera-Italia. Siamo dalla parte fortunata del tabellone (le big sono quasi tutte di là). Avete presente la crisi da foglio bianco? Eccola qui. Cioè: voi leggerete un articolo completo, scritto, finito, ma sappiate che portare avanti un discorso, stavolta, non sarà stato semplice per me. Ciò a cui punto, quando scrivo, è riuscire a essere chiaro, diretto, sempre. Ma ho un’idea chiara, su questa Italia? Facciamo ordine.

Rewind: ciò che abbiamo visto finora. Il 2-1 con l’Albania ha mostrato una squadra compatta nel primo tempo, capace di reagire all’errore di Dimarco dopo 28 secondi, per poi calare d’intensità nella ripresa. L’Italia non è riuscita a chiuderla, finendo per soffrire gli attacchi di un’Albania non in grado (per fortuna) di segnare (anzi, non per fortuna: grazie a Donnarumma, salito a livelli stratosferici a questo Euro2024). La sconfitta con la Spagna, nella seconda giornata, è giunta sì per l’autogol sfortunato di Calafiori, però gli azzurri quella partita… non l’hanno giocata. Un paio di fiammate qua e là in ripartenza, poi Spagna, Spagna e solo Spagna in campo. Ok, sapersi difendersi è un’arte, ma è questa l’identità che voleva dare Spalletti a questo gruppo? Catenaccio, ripartenze e poi chissà? Mh. Credo di no. Ecco perché poi il CT ha cambiato modulo contro la Croazia (anche su richiesta dei calciatori stessi, come ammesso dallo stesso CT): 3-5-2 intriso di Inzaghismo, Chiesa a strappo da inserire nel secondo tempo, e sofferenza, maledetta sofferenza fino ai sette secondi dalla fine, quando Zaccagni ci ha mandati, a giro, agli ottavi (senza quel gol il gruppo starebbe in vacanza, adesso: non ci saremmo qualificati, guardando gli altri risultati).

Forward: cosa vedremo. Eh, cosa vedremo? Secondo un personalissimo parere, vedremo qualcosa di diverso. Sia chiaro che è complicatissimo imporre un’idea definita di gioco in così breve tempo a dei calciatori che per una stagione intera hanno giocato in modi diversi, seguendo i dettami degli allenatori delle loro squadre di club; quindi, criticare Spalletti per un gioco né evidente, né bello, né incisivo, ora come ora è spruzzare con la pistola ad acqua nel mare: inutile. Però, Spalletti è uno di quelli che sa come fare il suo mestiere, e le prime tre partite potrebbero avergli fatto capire dove puntare il timone. Mancherà Calafiori con la Svizzera (era diffidato, è stato ammonito con la Croazia): assenza pesante, sicuramente, data l’esplosione del suo talento in questa stagione, ma sapete che l’idea di Buongiorno là dietro non mi disturba? Soprattutto se Spalletti dovesse confermare la difesa a 3, che piace più al gruppo che a se stesso. Quindi, cosa vedremo? Secondo me, un’Italia più fluida, che giochi di rinterzo col playmaker come piace al CT, che cerchi di più gli attaccanti, finora troppo poco incisivi e non solo per colpa loro. Non so, ma mi sento di dire che contro la Svizzera (che gioca benissimo!) l’Italia avrà un’identità spallettiana più definita. Il che non vorrà dire che risulterà vincente, ovviamente, ma… speriamo di sì.

Conclusione. Che si racchiude in due parole: fiducia e speranza. “Bravo, ci voleva tutto ‘sto discorso per arrivare a ciò”? Eh, amici, ma ve l’ho scritto sopra che non sarebbe stato facile parlare di questo argomento. Perché c’è insicurezza, ci sono dubbi, c’è confusione, c’è curiosità. Si può discutere di mere sensazioni, ora come ora, basandosi sulle proprie esperienze, dalle ore e ore di calcio visto, raccontato e vissuto. Non si può fare altrimenti: troppe varianti da considerare (una su tutte: Di Lorenzo. Ritroverà la forma mentale? E comunque, mettiamo pure che dovessimo batterla, la Svizzera, guardiamo il tabellone: potrebbe capitarci una tra Slovenia (che romantico sarebbe giocare contro Iličić?) e Inghilterra. Che ok, ha Bellingham, un mare di talento, ma non gioca bene, anzi, sembra veramente macchinosa, poco incisiva, noiosa. Piano però, pensiamo step by step: un passo alla volta. Pensiamo che domani c’è da battere i nostri vicini di casa convincendo. Sarebbe un’iniezione di fiducia straordinaria: esattamente quello che servirebbe come propulsore per la seconda metà di questo Euro2024 a cui, lo ricordo che non fa affatto male, ci siamo presentati da campioni in carica. Perciò: crediamoci. E speriamo bene.

 

Published by
Alex Milone