Tra il 1915 e il 1930 il Campeonato Uruguayo de Primera División Profesional, la massima divisione del campionato uruguaiano, fu un affare riservato quasi esclusivamente a due club, il Nacional e il Peñarol. Tuttavia l’egemonia di queste due compagini, che ancora oggi rappresentano il gotha del calcio in Uruguay, venne interrotta nel 1927 dal sorprendente exploit di un terzo incomodo: il Rampla Juniors Football Club.
Il Rampla Juniors aveva visto la luce tredici anni prima, esattamente il 7 gennaio 1914. Rispetto alle altre formazioni di Montevideo, il club era nato nel Casco Antiguo, la città vecchia adiacente alla zona del porto. Il suo curioso nome proveniva dal nome della via contigua al porto, chiamata La Marsellaise ma meglio conosciuta, appunto, con il nome di Rampla. I colori sociali erano il verde e il rosso: si narra che – come il Boca Juniors in Argentina – anche i dirigenti del club uruguaiano li avessero scelti riferendosi alla prima nave giunta nel porto, che batteva bandiera italiana.
Nel 1927 il Rampla Juniors partecipò al campionato uruguaiano di Prima Divisione, composto per la prima volta da venti squadre. Non era annoverato come la squadra favorita, vista la presenza di due colossi come Nacional e Peñarol, tuttavia poteva contare su una formazione di tutto rispetto. La porta era difesa da Enrique Ballestrero, futuro campione del mondo nel ’30, mentre il reparto arretrato era comandato dall’indio Pedro Arispe, un arcigno difensore che lavorava come operaio in un mattatoio e che stava facendo le fortune della Nazionale uruguaiana, componendo con Nasazzi una coppia difensiva solidissima.
A centrocampo spiccavano Juan Carlos Alzugaray, protagonista della vittoriosa Copa America del ’24, e Pedro Cabrera, che aveva vinto quel trofeo due anni più tardi in Cile. Nel quintetto d’attacco i due punti di riferimento erano Julio Nieto e Conrado Bidegain, che non a caso terminarono appaiati nella classifica marcatori, con tredici gol ciascuno. La rosa era completata da: José Bertone, Juan Carlos Vidal, Camilo Bondanza, Juan Labraga, Atilio Patiño, Alfonso Rocco, Alfredo Castillo, Luis Gaitán, Óscar Peluffo, Juan Bérgolo, José Magallanes, Manuel Carballal, Conrado Haeberli, Juan Masciadri, Antonio Rígoli, Alberto Rampoldi, Francisco Merelles, Pedro Aguirre, Vital Ruffatti e Francisco Conde.
Furono trentotto le partite che il Rampla Juniors dovette disputare per laurearsi Campione d’Uruguay. Tra di esse spiccarono il 4-0 e il 4-1 rifilati rispettivamente a Peñarol e Nacional, che contribuirono ad accendere l’entusiasmo e a prendere coscienza della propria forza. All’epoca queste due formazioni rappresentavano il gotha del calcio uruguaiano non solo per il loro palmares ma per la presenza, tra le proprie fila, di veri e propri fuoriclasse. Il Nacional poteva schierare Andrés Mazali, Héctor Scarone, José Leandro Andrade, “Il Monco” Castro, Héctor Scarone, Pedro Cea e Pedro Petrone, mentre il Peñarol contava su Peregrino Anselmo, José Benincasa, Antonio Campolo, Pascual Ruotta, Gildeón Silva e José Piendibene.
Decisiva per la vittoria del campionato non fu tanto la vena realizzativa dell’attacco quanto la grandissima solidità difensiva. Ballestrero subì solamente 19 reti, una ogni due partite, ben altra cosa rispetto a Peñarol e Nacional (rispettivamente 33 e 37). La squadra del tecnico José Pedro Colfina seppe mantenere i nervi saldi fino all’ultimo atto, che ebbe luogo il 5 febbraio 1928. Il 3-0 contro l’Olimpia sancì la vittoria del campionato del Rampla Juniors, la squadra outsider che seppe spezzare l’egemonia dei due club più titolati d’Uruguay.
Fonti:
Rampla y aquellos tiempos de gloria – Noticias Uruguay, LARED21 Diario Digital (lr21.com.uy)
Rampla Juniors 1927, el gran jalón en la historia picapiedra (elobservador.com.uy)
CAMPEÓN URUGUAYO 1927 – Rampla Juniors Football Club (ramplajuniorsoficial.com.uy)