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Conferenza stampa di fine stagione a Lugano: bilanci e prospettive future

Dal nostro inviato a Lugano (CH)

Dopo la sfortunata finale di Coppa svizzera, che vi abbiamo raccontato ieri dallo stadio di Berna, dirigenza e allenatore del FC Lugano hanno incontrato la stampa per un riepilogo della stagione che, con una finale di coppa raggiunta e un secondo posto in campionato, resta decisamente da incorniciare.

Obiettivi raggiunti quindi, addirittura migliorando quanto fatto lo scorso anno: l’unica possibilità di migliorarsi sarà vincere il campionato. Senza volersi sbilanciare così tanto, il direttore sportivo Carlos Da Silva ha voluto precisare di essere già da tempo al lavoro per rinforzare la squadra, e che due annunci verranno fatti nei prossimi giorni. La strategia della del club è sempre la stessa: trovare giovani, formarli e lanciarli.

Il direttore sportivo, sotto questo punto di vista, ha rivendicato quanto fatto sinora, con diversi elementi approdati nelle rispettive nazionali maggiori. Tuttavia, ha aggiunto, c’è la volontà di migliorare quanto fatto sinora. Ma la conferenza stampa si è aperta parlando di capitan Sabbatini. La volontà del Lugano è di mantenerlo in organico, ma non più come giocatore della Prima squadra. L’uruguagio, invece, a 36 anni, in più di un’occasione ha detto di non essere ancora pronto ad appendere gli scarpini al chiodo. La decisione finale spetterà al centrocampista, che sembrerebbe avere diversi estimatori in Super League.

Sempre Da Silva ha aggiunto che buona parte dei giocatori, anche quelli più affermati, non spinge troppo per andare via: troppo ghiotta la futura vetrina europea ma, a quanto sembra, c’è molta fiducia nel progetto futuro. Certo, alcuni (come Celar, che ha ancora un anno di contratto) potrebbero ricevere offerte interessanti che, in caso, verranno valutate.

Martin Blaser, CEO della società, si è invece occupato di spiegare diffusamente il perché della scelta di Thun come stadio per le competizioni europee, dopo che molti si erano espressi in maniera interlocutoria, vuoi per la distanza dal Ticino, vuoi per il campo sintetico.

Il vero problema, ha spiegato l’ex dirigente del Basilea, sono le autorizzazioni di polizia: in molte città non è arrivato l’ok dei rispettivi Dicasteri competenti. Si teme, infatti, che le tifoserie provenienti dall’estero possano provocare disordini, In Oberland bernese, invece, si è ritenuto che i vantaggi economici potessero compensare questo rischio, considerato tutto sommato remoto.

A questo giro era presente anche Georg Heitz, membro del CdA, con base a Chicago, al fianco del proprietario del club Joe Mansueto (che, è stato anticipato, verrà probabilmente in Ticino in autunno). L’ex dirigente del Basilea ha chiuso su un possibile arrivo di Shaqiri (che gioca in MLS a Chicago, con alterne fortune) in riva al Ceresio. Tuttavia, non ha chiuso alla possibilità che possa arrivare un elemento del peso di Renato Steffen (ieri a Berna, in tribuna, abbiamo visto Nsame, che a Como non ha conquistato la fiducia dei lariani…).

Per finire, l’allenatore. Mattia Croci-Torti è apparso ancora provato dopo la sconfitta di ieri, soprattutto per le modalità con le quali è arrivata. Alle parola di stima della dirigenza, ha preferito ringraziare, ma rimandando ogni discorso per ciò che riguarda il contratto (è legato ancora un anno al club). Il tecnico, del resto, è persona genuina e senza doppi profili (ha rivelato, negli ultimi tempi, di non avere neppure l’agente). Ci saranno, quindi, tempi e modi per parlare di questo tema con la società.