La Fiorentina torna in finale di Conference League e per il terzo anno di fila troveremo una squadra italiana nell’atto decisivo della terza manifestazione europea per club. Una serata in cui non sono mancati sofferenza e brividi. Come accaduto un anno fa i viola hanno dimostrato di essere superiori agli avversari di semifinale, ma sono servite le proverbiali sette camicie per strappare il pass.
Una partita cominciata con il piede sbagliato vista l’assenza di Jack Bonaventura a centrocampo. A mettere a dura prova la pazienza di mister Italiano è la truppa argentina. Quarta va troppo leggero in marcatura su Vanaken e permette a quest’ultimo di sbloccare il match dopo 20’ riaprendo il discorso qualificazione: un gol innescato però da un pessimo rinvio di Terracciano. Nico Gonzalez si ritrova subito dopo il pallone del pareggio su una ghiotta profondità di Arthur, ma sbaglia la più facile delle opportunità. Beltran invece è il fantasma di sé stesso, fatica nel dare supporto sulla trequarti e quasi sempre compie la scelta sbagliata con il pallone tra i piedi. La fiducia resta comunque alta grazie alla pronta reazione dei toscani, svegliati dal gol subito. L’unico brivido casalingo nasce da una scivolata di Milenkovic su cui provvede Dodò, uno dei migliori in campo, a metterci una pezza in maniera provvidenziale. La traversa di Kouame invece dà l’illusione del gol e inaugura la collezione di legni della serata.
La ripresa è speculare alla prima frazione. La Fiorentina vuole chiudere nei tempi regolamentari, capisce che l’avversario è alle corde e attacca a spron battuto trovando solo sfortuna. Biraghi su punizione e ancora Kouame portano a tre il numero di legni: sembra una maledizione, il presagio di qualcosa di storto. Invece, come nella gara di Firenze, a prendersi la scena è Nzola: l’attaccante angolano si gode la sua favola, pochi minuti in campo, non segna però ha la caparbietà di intervenire sull’assist di Nico Gonzaleze procurarsi il rigore. A interrompere la maledizione dal dischetto ci pensa Beltran nonostante l’intuizione del portiere avversario: l’argentino con precisione e freddezza segna, porta la Fiorentina in finale e si fa perdonare una prestazione nel complesso apatica. Nel recupero Terracciano coglie l’opportunità di trasformare il suo 5 in pagella in 7 e si oppone miracolosamente su Vanaken lanciato a rete da un pasticcio di Dodò. Domani tutti in poltrona ad attendere l’avversario: da una parte gli ostici inglesi dell’Aston Villa i cui colori sociali ricordano il West Ham, dall’altra un Olimpiacos a caccia di una finale casalinga.
Fiorentina: Terracciano 7, Dodò 6.5, Milenkovic 6, Quarta 5, Biraghi 6, Arthur 5.5, Mandragora 5, Nico Gonzalez 6, Kouame 7, Beltran 6.5, Belotti 5. Dalla panchina: Duncan 6, Nzola 6.5, Ranieri sv.