Ci sono imprese che accarezzano miracoli e imprese che prendono la via della normalità. “Non è finita finché non è finita”. Delfi Brea e Bea Gonzalez devono averlo pensato, quando nel terzo set della semifinale del Sevilla Premier Padel P2 erano sotto 5-0 contro Alejandra Salazar e Tamara Icardo. Una partita che sembrava finita, con Delfi e Brea quasi rassegnate alla sconfitta dopo due tornei vinti di fila, a Puerto Cabello e Bruxelles. Il resto è storia: quattro match point annullati, sette game consecutivi, in quella che è finora la partita più incredibile di tutta la stagione. Dopo tre ore e 3’, Brea e Gonzalez sono crollate a terra, per la fatica ma anche per la gioia: domenica, alle ore 16, potranno proseguire la loro serie di titoli, anche se un risultato Bea lo ha già raggiunto, superando Gemma Triay e diventando da lunedì prossimo la numero 3 del ranking FIP. Se quello di Brea e Gonzalez somiglia tanto a un miracolo sportivo, Fede Chingotto e Ale Galanhanno trasformato per due volte in una settimana in normalità quello che poteva sembrare un miracolo: per la seconda volta in sette giorni, tra Bruxelles e Siviglia, Chingotto e Galan (che conserva così la seconda posizione del ranking FIP) hanno battuto Arturo Coello e Agustin Tapia, i dominatori del 2023 e dell’inizio della stagione 2024. Gli ottomila spettatori dell’Estadio de la Cartuja si sono goduti una giornata meravigliosa, che si è chiusa con l’unica vittoria in due set, 6-3 7-5, ma arrivata in un match spettacolare e che regala una finale inedita nel 2024 di Premier Padel.
CHE SFIDE Sì, perché al sesto tentativo i ‘Superpibes’ ce l’hanno fatta. Dopo quattro eliminazioni in semifinale e quella di Bruxelles nei quarti, Franco Stupaczuk e Martin Di Nenno all’Estadio de la Cartuja giocheranno la loro prima finale della stagione. A Siviglia, il tifo era tutto o quasi per l’idolo di casa Paquito Navarro e per Juan Lebron, teste di serie numero 2 del Sevilla Premier Padel P2, ma l’applauso tributato dal pubblico ai quattro giocatori al termine del match è stato il messaggio di fair play e di sport più bello. Dopo un’ora e 45’ di spettacolo, hanno vinto gli argentini, capaci di resettare dopo aver perso 6-3 il secondo set (7-5 il primo per Stupa-Di Nenno) e di conquistare il break decisivo sul 5-3 nel terzo set. E al momento dell’intervista post-partita, tanto era stato bello, equilibrato e corretto il match, Stupaczuk e Di Nenno hanno voluto al microfono anche gli sconfitti. “Avrei voluto vincere a casa mia – le parole emozionate di Paquito –, ma spero di riuscirci l’anno prossimo. Godetevi comunque lo spettacolo”. Tra le donne, invece, dopo la sconfitta di Bruxelles di una settimana fa Paula Josemaria e Ari Sanchez hanno ritrovato una finale che mancava dall’Ooredoo Qatar Major di Doha. Le numero 1 del ranking FIP e del tabellone di Siviglia hanno saputo prendersi la rivincita nella prima semifinale giocata a La Cartuja contro Gemma Triay e Claudia Fernandez (3), che avevano vinto in Belgio. Josemaria e Sanchez, che andranno a caccia del terzo titolo stagionale dopo Riyadh e Doha, si sono imposte 6-3 4-6 6-3 in una partita tiratissima durata due ore e 15’.