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Helton Leite: “Sto bene in Turchia ma amo l’Italia. Sogno di giocare in uno dei Top 5 club al mondo”

Abbiamo fatto due chiacchiere con Helton Leite, portiere dell’Antalyaspor. Ex Benfica e Boavista, il brasiliano dice di trovarsi benissimo in Turchia. Il suo sogno, spiega, è comunque quello di riuscire a giocare in una delle grandissime del calcio europeo.

– Ciao Helton. Ci fai un bilancio di quasi un anno e mezzo in Turchia?
Sicuramente un periodo speciale per me. Sono venuto in Turchia con la prospettiva di giocare e tutto è andato molto bene fin dall’inizio, sin da quando sono arrivato ho subito visto ilc ampo. la Super Lig è un campionato di alta qualità, con club e atleti di grande livello.

Questa è la stagione in cui hai giocato più partite (31 in campionato e 1 in Coppa), sei sempre titolare e spesso influente. Era quello che avevi in mente quando ti sei trasferito in Turchia?

Esattamente. Era proprio quello che avevo in mente quando sono venuto qui. Quando si è presentata l’opportunità, l’allenatore all’epoca era Nuri Sahin e lui, quando sono uscito dal Benfica, mi ha detto che contava su di me per dare una scossa al club. Ora, quasi una stagione e mezza dopo, vedo che le cose sono andate come volevo: ho ottimi numeri e questo mi fa un enorme piacere.

– Sei in scadenza di contratto. Piani per il futuro? Hai avuto contatti con la dirigenza per provare a restare? Se vai via, rimanere in Turchia è un’opzione o preferisci un altro campionato?
Il mio primo obiettivo è rimanere concentrato e finire bene la stagione con l’Antalyaspor. È stata una stagione molto positiva per la nostra squadra, ancor più della precedente. Rimango sempre concentrato al 100%. Per quanto riguarda il mio futuro, tutte le opzioni sono aperte. Quando sarà il momento opportuno prenderò una decisione, la migliore per me, per la mia famiglia e sceglieremo un posto in cui sapremo di avere tranquillità e pace in Dio nella migliore direzione possibile. Sono ambizioso, desidero fare e conquistare grandi cose, e ho il sogno di giocare in uno dei cinque principali campionati europei.

– Quanto sarà importante il prossimo passo e il prossimo contratto considerando il bel momento che stai vivendo?
Un’importanza totale. Vivo molto nel presente e non voglio pensare a cosa accadrà tra un mese e mezzo o due mesi. Si tratta di un momento importante, come lo sono tanti altri. Sto vivendo il miglior momento della mia carriera, con tante partite e buone prestazioni, sono stato bravo, ho fatto progressi in tanti settori del mio gioco. Voglio continuare a crescere, evolvermi e giocare molte partite.

– Sei uscito dal Brasile sei anni fa, la tua carriera in Europa è stata come desideravi?
Assolutamente sì, ma sono ancora ambizioso e voglio di più. Sto facendo una bella carriera in Europa e credo proprio che continuerà. Sono felice e sento che questo è il luogo dove io e la mia famiglia possiamo continuare a essere felici. Che ne vengano ancora molti anni qui, in Europa.

– A 33 anni sei nel momento ideale per arrivare in un club di primissimo piano in Europa?
Senza dubbio. Credo che il mio lavoro parli da solo, e sono pronto tecnicamente e mentalmente per farlo. Sento che sto giocando in una lega di alta qualità, in un luogo in cui mi sento a mio agio, ma ovviamente sono pronto per qualsiasi sfida che dovrò affrontare.

– Hai il passaporto portoghese, in che modo questa cosa può avvantaggiarti a entrare in uno dei principali campionati europei?
Beh, non sono un agente (ride)… so sicuramente che è fondamentale. Il fatto che in alcune leghe il numero di stranieri sia così limitato e che io abbia la cittadinanza portoghese può fare la differenza. Amo il Portogallo. La famiglia di mia moglie è di lì e questo ci rende molto felici. Anche nostro figlio è portoghese.

– Hai condiviso lo spogliatoio con grandi giocatori, quali ricordi con più affetto? E gli allenatori?
Beh, ho condiviso lo spogliatoio con molti giocatori di classe mondiale e anche allenatori importanti… Se dovessi scegliere un giocatore, sceglierei Jefferson, che è stato portiere della nazionale brasiliana e con cui ho condiviso lo spogliatoio a lungo nel Botafogo. È un esempio di uomo, un enorme professionista… È qualcuno su cui ho sempre basato la mia carriera e il mio comportamento. È un grande amico. Quanto agli allenatori, penso di averne avuti due davvero importanti. Il primo è stato Ricardo Gomes al Botafogo. Qualcuno che mi amava e credeva molto in me, una persona speciale con cui ho avuto l’opportunità di convivere e di essere allenato. Poi, Jorge Jesus per la qualità, la conoscenza del calcio e il modo particolare di lavorare che ha. Sono persone che hanno davvero segnato il mio percorso.

– Sei figlio di un ex portiere internazionale brasiliano, Joao Leite (Atletico-MG, America-MG, Guaranì, Vitoria Guimaraes). Che influenza ha avuto tuo padre nella carriera che hai scelto?
Credo che abbia avuto sì un’influenza ma non diretta, perché non mi ha mai imposto nulla. Sicuramente c’era qualcosa nel DNA della famiglia. Ho anche fatto molti progressi e penso che le cose siano andate bene, così ho deciso di diventare un portiere ed è stata una delle migliori decisioni della mia vita.

– In Turchia come hanno accolto l’arrivo di Vincenzo Montella nella nazionale turca?
Montella ha avuto un impatto enorme. Oltre alla sua fama come giocatore e allenatore, ha anche fatto un lavoro di alta qualità all’Adana Demirspor. È arrivato con molti meriti alla nazionale turca e ha subito qualificato la squadra per la fase finale degli Europei come prima nel girone, davanti a Croazia e Galles. È molto rispettato in Turchia e sicuramente tutti sono felici di lui e del lavoro svolto finora, ma ora arriva l’Europeo e i turchi sono appassionati di calcio, quindi tutte le attenzioni saranno rivolte a questa competizione e si aspettano una grande prestazione dalla loro nazionale.

– Il calcio italiano è un campionato che ti attrae?
Senza dubbio. Ambisco e sogno, da quando ho iniziato a giocare a calcio, di giocare in uno dei principali campionati europei. L’Italia è un paese speciale, dove ho molti amici e mia moglie è di discendenza italiana. Possiamo immaginare di vivere e giocare in Italia, chiaramente.

Portogallo e Turchia si affronteranno agli Europei. Conosci bene entrambi i campionati, chi pensi che avrà più possibilità?
Sarà una partita molto interessante e sicuramente molto disputata. Nonostante le conoscenze tattiche di Montella, la Turchia punta molto sulla qualità tecnica individuale dei suoi giocatori, che militano nei migliori club del mondo. Sarà difficile per il Portogallo, ma i portoghesi hanno una squadra ricca di talento. Sebbene veda il Portogallo come favorito, non posso indicare un chiaro vincitore. La Turchia ha tutto per fare un Europeo di qualità.