Obiettivo stagionale raggiunto, per il Lugano: il raggiungimento del torneo per il titolo (tra l’altro, con due giornate d’anticipo) e per i posti che consentiranno l’accesso alle Coppe europee, la prossima stagione. Non solo: i ticinesi hanno chiuso la stagione regolare (33 partite) sommando 59 lunghezze (che significano secondo posto in classifica, dietro allo Young Boys e davanti al Servette): un record dal ritorno nella massima serie (2015/16).
L’annata bianconera entra quindi in un periodo decisivo. In attesa del mese di maggio, che vedrà le cinque giornate del gironcino che designerà la squadra vincente, sabato prossimo i sottocenerini se la vedranno al Tourbillon contro il Sion per la semifinale di coppa svizzera. In palio un posto alle finale di Berna del 2 giugno.
Lugano favorito dal pronostico (i vallesani quest’anno sono in Challenge League, dove stanno dominando il campionato), ovviamente. Tuttavia, i padroni di casa, oltre a vantare una grandissima tradizione nel torneo (lo hanno vinto in 13 occasioni, perdendo una sola finale, nel 2017 a Ginevra), scenderanno in campo portando alla cintura lo scalpo dello Young Boys, detentore del trofeo, campione svizzero in carica, e capolista della Super League. In definitiva, si annuncia una sfida per cuori forti.
Una sorpresa? Il tecnico del Lugano Mattia Croci-Torti non vuole sentire questa parola. Le sue dichiarazioni delle ultime settimane possono essere sintetizzate in poche righe. Al mister di Vacallo non piace infatti si usi la parola “sorpresa” per definire quianto fatto finora: i suoi, ha detto più volte, sono arrivati sino a qui grazie al lavoro di tutti, e ciò che stanno facendo è in linea con il tasso tecnico della squadra e con la voglia del gruppo di allenarsi in settimana, facendo di tutto per metterlo in difficoltà a scegliere l’undici di partenza.
I risultati delle ultime settimane sono da capogiro: in campionato, i bianconeri hanno vinto 8 delle ultime 9 partite, pareggiandone una sola a Winterthur, e perdendo l’ultima volta (in modo peraltro piuttosto rocambolesco) a Ginevra contro il Servette, il 18 febbraio. Questo filotto, in contemporanea a una flessione dell’YB (e dello stesso Servette, che aveva praticamente raggiunto i bernesi qualche settimana fa), pagata dal tecnico Wicky con l’esonero, ha clamorosamente fatto entrare i ticinesi nella lotta per il titolo, che manca in riva al Ceresio addirittura dal 1948.
Va detto: i favoriti restano i campioni in carica, i quali possono vantare, alla fine della stagione regolare, 6 lunghezze di vantaggio una differenza reti di fatto inattaccabile (che vale quindi un punto ulteriore di margine), oltre alla possibilità di giocare lo scontro diretto sul proprio terreno sintetico (dove il Lugano non vince dalla primavera del 2017, quando in panchina c’era Paolo Tramezzani).
Tuttavia, è un dato di fatto che i sottocenerini giocano davvero bene: una difesa ben registrata, che ha subito solo 5 reti in 8 partite, chiudendo con la rete inviolata in ben 5 occasioni nello stesso periodo, e mettendone invece a segno 16 dei complessivi 61 (secondo attacco del torneo). Il centravanti Zan Celar è inoltre il capocannoniere della Super League svizzera, con 13 centri sinora, contro i 12 di Chadrac Akolo del San Gallo e di Joel Monteiro dello Young Boys.
In definitiva, sarà un maggio intensissimo, in riva al Ceresio. Ma, ancora in questo mese, dopo la vittoria casalinga di sabato sera contro il Losanna, che vi abbiamo raccontato dallo stadio, ora l’obbiettivo è la finale di coppa, da conquistare sabato sera a Sion, come scrivevamo sopra, obiettivo che appare sicuramente più alla portata, per provare a bissare il successo del 2022. E per rendere, magari, quella che rimarrà comunque una grande stagione in una straordinaria.