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Bernd Hölzenbein: campione del mondo e uomo dai mille ruoli

La Germania d’oro degli anni Settanta ha perso un altro suo protagonista: lunedì è scomparso Bernd Hölzenbein. Campione del mondo nel 1974, è stato bandiera dell’Eintracht Francoforte ma anche molto di più: dentro e fuori dal rettangolo verde.


In maglia rossonera nel 1968.

Bernd Hölzenbein, classe 1946, non apparteneva alla cosiddetta cerchia “Bayern-Borussia” che dominava il calcio tedesco negli anni Settanta. Il fatto di essere arrivato alla ribalta della Nazionale provenendo da un club non vincente allora, come l’Eintracht Francoforte, rinforza la sua figura di campione. Attaccante di fascia, molto dotato sotto l’aspetto realizzativo, il nostro ha rappresentato un complemento di lusso dello squadrone dei vari Beckenbauer, Breitner, Netzer, Müller. Aveva debuttato con la prima squadra dei rossoneri nel 1967: la Nationalmannschaft sarebbe arrivata solo nel 1973, contro l’Austria ad Hannover, per la prima di 40 partite con appena 4 sconfitte. E 5 reti.


Con la maglia dell’Eintracht, affrontato dal compagno di Nazionale Dietz (a sinistra).

L’anno successivo arrivano i primi successi. Vince la Coppa di Germania con l’Eintracht e, soprattutto, viene selezionato per il Mondiale casalingo. Gioca 6 partite su 7 nel cammino della Germania Ovest campione, disputando anche la finalissima che lo portò nell’olimpo calcistico. Proprio dopo l’ultimo atto contro l’Olanda, Hölzenbein rimase al centro di una piccola polemica. La Bild affermò che il giocatore avesse confessato di essersi lasciato cadere nel contrasto con Jansen che sancì il rigore dell’1-1, fatto smentito seccamente dal giocatore. Nello stesso 1974 bissò con il club la Coppa nazionale.

L’attaccante nativo di Dehrn avrebbe partecipato inoltre all’Europeo 1976, dove i tedeschi occidentali si sarebbero spinti fino alla gara decisiva contro la Cecoslovacchia: Hölzenbein fu determinante, perché proprio al 90° acciuffò il 2-2 che portò la gara ai supplementari. La Germania l’avrebbe persa ai rigori, fallendo nell’impresa di bissare il titolo del ’72. Il suo ultimo evento internazionale fu la Coppa del Mondo in Argentina nel 1978. Nella sconfitta contro l’Austria chiuse la sua carriera con la rappresentativa, segnando il momentaneo 2-2.


In Nazionale.

La storia d’amore con l’Eintracht – con cui vinse la Coppa UEFA 1980 – durò fino al 1981, quando l’ormai 35enne Bernd lasciò Francoforte: ancora oggi, con 160 reti, è il massimo realizzatore del club in Bundesliga. Ma di appendere le scarpe al chiodo non se ne parlava. Arrivò infatti il passaggio al calcio USA, per 6 stagioni che lo videro misurarsi con varie realtà e leghe. Iniziò con un biennio nella LASL nei Fort Lauderdale Strikers, nel 1981 e 1982 (46 presenze e 15 gol); proseguì a livello indoor nella MISL, giocando 3 annate con Memphis Americans (1982-84) e Baltimore Blast (1984-85). Il suo passo d’addio al pallone, dopo una stagione ai box, fu rappresentato dal campionato AISA – sempre indoor – 1986-87 con i colori del Memphis Storm. A 41 anni, Bernd Hölzenbein disse basta.


A sinistra, con i Fort Lauderdale Strikers.

Nel post agonismo si dilettò a rivestire tanti ruoli, nei più disparati settori, non solo nel calcio. Assistente tecnico al Viktoria Aschaffenburg; presidente dell’Eintracht tra il 1988 e il 1994, poi ds fino al 1996; proprietario di un impianto dedicato a tennis e squash; consulente per la gestione sportiva e dello scouting sempre all’Eintracht; ambasciatore, voluto da Beckenbauer, della Coppa del Mondo organizzata dalla Germania nel 2006.


Negli ultimi anni.

Poi, negli ultimi anni, una grave malattia gli ha gradualmente negato anche di assistere alle partite del suo adorato Eintracht. La morte è sopraggiunta lunedì. Aveva 78 anni.

Il presidente della Federcalcio tedesca, Bernd Neuendorf, lo ha voluto ricordare in questo modo: “Calciatore eccezionale e ragazzo meraviglioso. In campo era un mascalzone, uno che trovava soluzioni che nessun altro era in grado di vedere“.

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