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I Pionieri del Calcio – La tragica fatalità che colpì Bob Benson, giocatore dell’Arsenal

Robert Benson, per tutti Bob, aveva cominciato la sua carriera con lo Swalwell FC prima di firmare, nel 1902, il suo primo contratto da professionista con il Newcastle. Nonostante i buoni propositi e il talento, Bob non ebbe vita facile nei primi anni da calciatore. L’avventura in maglia bianconera non andò come previsto, dal momento che non riuscì a ottenere il posto da titolare. Così nel 1904 approdò al Southampton, che lo acquistò per 150 sterline. Le sue prestazioni furono ottime, tanto da stuzzicare l’interesse di altri club blasonati come lo Sheffield United, che decise di puntare fortemente su di lui. Benson era un terzino solido come pochi, che riusciva a intervenire in tackle con grande tempestività.

Difensore abile nel tackle e… nei rigori

A Sheffield Bob trovò la sua dimensione. Nonostante lo United non rientrasse mai nella lotta per il titolo, Benson finiva per essere costantemente uno dei giocatori più apprezzabili dell’intera Football League. A dimostrazione che possedeva un ottimo tiro, era lui il rigorista abituale della sua squadra: questo gli avrebbe permesso di avere uno score realizzativo invidiabile (20 reti dagli undici metri) pur essendo un difensore. Tra maggio e luglio 1910 partecipò a una tournée in Sud Africa, che portò la rappresentativa inglese a giocare più di venti partite contro formazioni locali. Il 15 febbraio 1913 fece il suo esordio ufficiale con la maglia della Nazionale in occasione della partita tra Inghilterra e Irlanda, in cui i maestri inglesi vennero sorprendentemente sconfitti dai cugini irlandesi. Rimarrà la sua unica presenza.

Qualche mese più tardi finì la sua avventura, durata otto anni, con la maglia dello Sheffield United e cominciò quella con il Woolwich Arsenal, in Second Division. Benson esordì il 12 novembre 1913 nel pareggio esterno contro il Bristol City. Veniva impiegato solitamente come terzino sinistro, ma in qualche sporadica occasione occupò l’insolito ruolo di centravanti. Purtroppo la guerra tarpò le ali di Benson: i Gunners erano stati promossi in Football League, ma la FA aveva deciso di sospendere il campionato. Durante il periodo bellico dovette lasciare il calcio e trovò lavoro presso la Royal Arsenal una fabbrica di munizioni.

Il ritorno in campo e la morte

Il 16 febbraio 1916 Benson si recò a Londra per assistere una partita del suo Arsenal contro il Reading. Erano due anni che non metteva piede in campo e quando gli fu proposto di giocare al posto del titolare Joe Shaw, non se lo fece ripetere due volte. Dopo un’ora di gioco Bob uscì dal campo dicendo all’allenatore George Hardy che si sentiva “un po’ rigido alle gambe”. Giunto negli spogliatoi si accasciò, vittima della rottura di un vaso sanguigno e morì poco dopo. Aveva appena 33 anni. La notizia della morte di Benson gettò nello sconforto i suoi ex compagni di squadra, che si operarono immediatamente per organizzare una amichevole il cui ricavato sarebbe stato destinato alla vedova Jean e alle figlie Edna ed Ena.

Come affermato dalla moglie Bob non aveva mai avuto problemi di salute, in undici anni di matrimonio non aveva mai dovuto ricorrere ad alcuna cura medica. Prima della partita si era recato negli spogliatoi per salutare i suoi vecchi compagni di squadra e al suo ritorno, dopo cinque minuti, aveva preso la decisione di scendere in campo. Il dottor Edward Sherman Barnard, il medico incaricato di eseguire l’autopsia, affermò che il decesso era stato causato da una emorragia all’interno della cavità pleurale, a causa della rottura di un aneurisma di un piccolo ramo dell’aorta. E che la rottura era avvenuta senz’altro durante la partita. L’ultima partita di Bob con indosso gli amati colori dei Gunners.