Home » Una stagione di sci entusiasmante, ma con tanti infortuni

Una stagione di sci entusiasmante, ma con tanti infortuni

Copyright Mondosportivo.it/Silvano Pulga

La coppa di sci volge al termine, e la possibilità che la Svizzera faccia il pieno è reale: la ticinese Lara Gut-Behrami guida la generale femminile, e potrebbe affiancare Marco Odermatt, vincitore per la terza volta consecutiva della Sfera di Cristallo maschile. In mezzo, una stagione appassionante, soprattutto tra le ragazze, dove la battaglia è stata più combattuta e incerta.

Tuttavia, al di là dell’aspetto tecnico e delle prestazioni, questo 2023/24 è stato caratterizzato soprattutto dagli infortuni. L’elenco è lunghissimo: tra le ragazze, oltre alla nostra Sofia Goggia, tante le atlete di vertice cadute con prognosi anche importanti. Tra loro, la Vlhova a la Grenier, oltre alla Suter, la Ortlieb, la Shiffrin senza dimenticare la Curtoni, la Holdener, la Tviberg, la St-Germain. In campo maschile hanno fatto rumore i voli rovinosi di Schwarz, Kilde e Pinturault.

Il circo bianco, ovviamente, ha iniziato a porsi diverse domande, e molte se le sono fatte i protagonisti, soprattutto quelli delle discipline veloci. Durante la stagione, ne abbiamo parlato direttamente agli arrivi con diversi di loro, da Odermatt a Sarrazin, passando per i nostri Paris e Innerhofer.

Lo svizzero, detentore della Coppa, ha posto il problema già in Alto Adige, a inizio stagione. La necessità di recuperare, in Val Gardena, una discesa saltata in precedenza per motivi meteorologici aveva infatti affollato un programma piuttosto intenso di suo, che prevedeva le classiche prove di velocità in Val Gardena e quelle tecniche dall’altra parte dell’omonimo passo, sulla mitica Gran Risa in Badia. In quell’occasione il campione elvetico, uno dei pochi atleti polivalenti, si era lamentato dell’eccessiva concentrazione di gare, e dei rischi correlati.

La risposta, a strettissimo giro di posta, era arrivata dal segretario generale della FIS, il francese Michel Vion, che lo aveva invitato, senza mezzi termini, a parlare di meno e sciare di più, al limite gestendosi, e rinunciando ad alcune prove, se lo avesse ritenuto opportuno. Addirittura, a Santa Cristina, nel pieno della polemica, aveva chiesto di poter parlare dell’argomento solo con la stampa elvetica francofona, per avere la certezza assoluta di non essere frainteso da colleghi non di madre lingua.

La querelle è poi momentaneamente rientrata, al netto delle cadute a Bormio di Innerhofer (venticinque punti di sutura alla gamba, come ci riferì a Wengen poche settimane dopo) e dell’austriaco Marco Schwarz (rottura dei legamenti crociati e del menisco interno del ginocchio destro, stagione finita), altro atleta polivalente come Odermatt e, in quel momento, in testa alla generale di Coppa del Mondo.

Ma proprio a Wengen, sotto i nostri occhi, l’infortunio occorso a Kilde ci ha fatto seriamente temere per la sua vita, e abbiamo ancora in mente le parole accorate di Cyprien Sarrazin ai giornalisti, all’arrivo, che hanno nuovamente arroventato l’ambiente, forse mai del tutto raffreddato, nonostante le temperature del Berner Oberland. In definitiva, c’è un problema, del quale bisognerà prima o poi parlare seriamente.

Il calendario, già fitto di suo, si scontra con i rinvii dovuti alle condizioni meteo, fortemente influenzate dai noti cambiamenti climatici. Gli interessi che ruotano attorno a questo mondo sono tantissimi: le località montane che ospitano la manifestazione, ovviamente, sfruttano le gare come volano della propria attività turistica. Lo sci, però, è sport all’aperto, e non sempre la meteo e l’ambiente circostanti sono amiche del Circo Bianco, come accaduto a Zermatt-Cervinia, luogo criticato dai protagonisti prima ancora di arrivarci fisicamente.

I diritti TV, poi, sono un’altro motivo di pressione per recuperare le date perse. Gli atleti stessi, soprattutto quelli non di primo piano, preferiscono gareggiare, magari rischiando qualcosa: le spese sono tante, molte a carico degli atleti, e i gettoni di presenza contribuiscono a pagarle. Non solo, più gare si corrono, più aumenta la possibilità di ottenere risultati e, con questi, visibilità e sponsor. Ovviamente, non sono problemi che riguardano gli atleti di punta, i quali tendono, naturalmente (e giustamente, va detto) a tutelare la propria incolumità e quella di tutti, usando il proprio carisma.

In definitiva, va trovata una soluzione che possa accontentare tutte gli attori in campo. Il problema è che gli interessi, come abbiamo scritto sopra, sono divergenti. Però è un dato di fatto che l’incolumità degli atleti sia il valore più importante da tutelare: per motivi etici prima di tutto, ma non solo. Ai più attenti al denaro e alla visibilità in chiave turistica si potrebbe ricordare che i veri protagonisti delle gare sono gli sciatori che si presentano al cancello. Senza di loro, non ci sarebbe tutto il resto.