Cagliari, dall’abbraccio di Bari a quello di Empoli: segnali di svolta?
Nove lunghi mesi separano due momenti chiave della storia recente del Cagliari e in particolare del ritorno di Claudio Ranieri sulla panchina rossoblù: da Bari a Empoli, cambiano le situazioni e gli umori, ma si rinnova allo stesso modo un legame indissolubile tra il tecnico romano e il mondo Cagliari. Due abbracci che sono il simbolo dell’attaccamento e dell’amore di Sir Claudio per i colori rossoblù e allo stesso tempo dei sentimenti di affetto e riconoscenza che la tifoseria isolana ha sempre riservato a uno degli allenatori più vincenti della storia del Cagliari.
A Bari, oltre a Ranieri, l’altro protagonista dell’abbraccio fu il medico sociale Marco Scorcu, mentre al Castellani è toccato a Jakub Jankto, non uno a caso. Già, perché la storia di Jankto con la maglia del Casteddu fino a domenica scorsa non ha vissuto momenti indimenticabili, anzi. In tempi recenti, tra l’altro, Ranieri, mettendo da parte l’aplomb che lo contraddistingue, ha più volte “punzecchiato” l’ex centrocampista della Samp, fortemente voluto in Sardegna e mai all’altezza delle aspettative. Si è persino lasciato andare a bocciature inequivocabili (“Non è il giocatore che mi aspettavo e gliel’ho detto, e la cosa dispiace più a me che a lui”), che lasciavano presagire a una rottura definitiva.
Eppure Sir Claudio, testardo com’è, ha insistito, schierando titolare il ceco nelle ultime tre gare di campionato contro Udinese, Napoli ed Empoli. Evidentemente il ragazzo ha dato segnali di ripresa durante gli allenamenti infrasettimanali, fino a risultare decisivo domenica al Castellani. Grazie al suo diagonale mancino, infatti, Jankto ha regalato al Cagliari la prima vittoria esterna della stagione. Contro una diretta concorrente per la salvezza, mica poco. Un colpo da tre punti e forse più.
Con un finale di campionato tutto da vivere e con una lotta salvezza che si fa davvero interessante, per il Cagliari il recupero psico-fisico di JJ21 è una grande notizia. Ma i segnali di svolta vanno oltre il recupero dell’ex giocatore di Udinese e Samp: l’innesto di Mina al centro della retroguardia e il passaggio definitivo alla difesa a quattro hanno dato solidità alla squadra, che ha subito solo due gol nelle ultime tre partite disputate, raccogliendo due pareggi e una vittoria. Non poco per una squadra che raramente in questo campionato è riuscita a mantenere la porta inviolata.
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Ultimo, ma non meno importante, le buone notizie dall’infermeria: vero che Pavoletti ne avrà per almeno quaranta giorni, ma Zito Luvumbo, uscito anzitempo per un problema muscolare durante la gara contro l’Empoli, non sembra destare preoccupazioni e, chissà, magari sarà a disposizione già per la prossima fondamentale gara casalinga contro la Salernitana. Poi i recuperi di Shomurodov e soprattutto di Gaetano Oristanio, un giocatore che in questo campionato ha dimostrato, più di chiunque altro, di poter cambiare passo e creare i presupposti di pericolosità.
Mancherebbe il ritorno al gol di Lapadula, che a proposito di abbracci è stato il protagonista di quello significativo dopo il gol, l’unico finora del suo campionato, segnato all’Unipol Domus contro il Sassuolo. In quell’occasione il numero 9 volle ringraziare il tecnico per averlo lasciato in campo fino all’ultimo.
Via ora al Toto-abbracci. Adesso a chi tocca? Nel capoluogo sardo in tanti sperano che il prossimo gesto d’affetto sia quello più importante.