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I Pionieri del Calcio – Sven Rydell, il capocannoniere della Svezia prima dell’ascesa di Ibra

Con 62 gol Zlatan Ibrahimovic è il capocannoniere all time della Nazionale svedese. Ma prima della sua ascesa il primato era detenuto da un altro calciatore: Sven Rydell, attaccante classe 1905 che vestì la maglia gialla della Svezia per un totale di 43 gare – dal 1923 al 1932 – realizzando 49 reti. Più di una a partita.

Un talento innato

Sven, figlio del mastro calzolaio Julius Augustsson Rydell, nacque a Göteborg il 14 gennaio 1905. Cominciò a giocare a pallone in un piccolo club, l’Holmen, quando aveva appena quindici anni. Il talento non gli mancava e Sven sapeva perfettamente conciliare calcio e studi. Già da adolescente era un attaccante prolifico e non ci mise molto per mostrarsi agli occhi dei club più blasonati. In particolare catturò le attenzioni dell’Örgryte IS (OIS), che lo ingaggiò a partire dal 1924. Rydell non si fece abbagliare dalla popolarità di giocare per una squadra importante. Per lui giocare a calcio in via professionale era la stessa cosa che farlo con gli amici, nel campetto vicino a casa.

Il passaggio all’OIS cambiò radicalmente la sua vita. D’un tratto si trovò proiettato nel calcio dei grandi e non si fece trovare impreparato. Le sue qualità balistiche gli permisero di affrettare il periodo di rodaggio e di diventare, quasi subito, il perno offensivo della squadra. Cominciò a segnare caterve di gol, consentendo alla sua squadra di conquistare l’Allsvenskan, il massimo campionato svedese. La ciliegina sulla torta fu la convocazione per le imminenti Olimpiadi di Anversa.

In Nazionale: un cecchino infallibile

Sven non si fece trovare impreparato all’appuntamento più prestigioso. Sentiva la responsabilità di rappresentare la propria nazione, ma giocare titolare ai Giochi Olimpici, ad appena 19 anni, era per lui un motivo di grande orgoglio. E non si sarebbe fatto travolgere dall’emozione. Già nella prima partita, contro i padroni di casa del Belgio, diede mostra delle sue qualità. Nello sbalorditivo 8-1 con cui la Svezia si sbarazzò di Diavoli Rossi, Rydell realizzò, al pari del compagno di squadra Kock, una tripletta. Nei quarti di finale contro l’Egitto la Svezia ebbe nuovamente vita facile (5-0) e Sven si confermò, realizzando la quarta rete.

In semifinale la Svezia si fece sorprendere dalla Svizzera, ma riuscì comunque a ottenere la medaglia di bronzo superando, nella finale per il terzo e quarto posto, i Paesi Bassi. Ci vollero due partite, visto che la prima era terminata in parità 1-1. Ma nel replay era salito in cattedra proprio Rydell, autore di una doppietta decisiva. La sua carriera in Nazionale era solo all’inizio e continuò per altri otto anni, duranti i quali stracciò ogni record. Chissà quali vette avrebbe potuto raggiungere se non fosse stato costretto ad abbandonare precocemente l’attività agonistica, a soli 29 anni, a causa di un infortunio.

La forza dell’egoismo

Le cronache dell’epoca ci parlano di un calciatore estremamente prolifico e devastante sotto porta. Rydell veniva spesso tacciato di essere un individualista, ma le critiche non lo scalfivano. Anzi, l’egoismo era diventato la sua vera forza. Quando vedeva la porta, aveva solo un obiettivo in testa, segnare un gol. Difficilmente i difensori avversari potevano sradicargli il pallone dai piedi e quando partiva in dribbling solitario era incontenibile. A questa maniacalità abbinava un grande senso del gol e un’eleganza che in pochi avevano.

La carriera di Sven venne interrotta, come detto, da un infortunio. Ma dopo il ritiro il più prolifico attaccante svedese rimase nel mondo del calcio, diventando dirigente dell’OIS e della Federazione svedese e svolgendo l’attività di giornalista sportivo – con lo pseudonimo (molto appropriato) di Dribbler – per il Göteborgs-Tidningen. Morì nel 1975 nella sua città natale e dal 2003 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio svedese, come membro n.10.