Uno dei calciatori più talentuosi nati in Belgio e al tempo stesso più discussi, Odilon Polleunis ha vissuto un’esistenza intensa sotto ogni aspetto: il soprannome di “James Dean di Sint-Truiden”, che si diede spontaneamente, dice tanto sul protagonista di questa storia.
Genio e sregolatezza: un’espressione che viene spesso accostata agli atleti, quando questi non accompagnano il proprio essere alla condotta che invece sarebbe consigliabile per stare a certi livelli. Una dicitura che sta a pennello su Odilon, per tutti Lon, Polleunis. Nato nelle Fiandre a Sint-Truiden (Belgio) il 1° maggio 1943, debutta nella squadra della sua città a 19 anni nel 1962. Attaccante geniale e prolifico, vive il suo anno magico nel 1968. Il 7 aprile debutta in Nazionale contro l’Olanda e a fine campionato gli viene assegnata la Scarpa d’Oro, come miglior giocatore stagionale. A 25 anni, Lon diventa automaticamente uno degli attaccanti più in vista del Paese, seppur nell’ombra del più celebre Paul van Himst.
Raymond Goethals lo convoca per la fase finale della Rimet in Messico: Polleunis gioca contro El Salvador e Messico. Poi fa parte della squadra che due anni più tardi è terza classificata agli Europei casalinghi del 1972. L’anno dopo lascia l’amore di una vita, ovvero la maglia gialloblù del Sint-Truiden. Un affare di famiglia, più che altro. Visto che il padre Antoine aveva indossato per lunghi anni i medesimi colori. Odilon si trasferisce al RWD Molenbeek dove, a 32 anni, vive la gioia della conquista del titolo nazionale. Sempre in quel 1975 disputa la 22ª e ultima partita con il Belgio (10 i suoi gol con i Rode Duivels). Chiude la carriera a 34 anni dopo un campionato nel Tongeren.
Ma i titoli di coda non arrivano in maniera così naturale, come sarebbe normale in tanti casi di calciatori ultratrentenni. Perché Odilon Polleunis si ritrova al centro di uno scandalo di corruzione che coinvolge appunto il Tongeren più l’amato Sint-Truiden e il Patro Eisden, tutte società di seconda divisione. Proprio il Sint-Truiden inizia ad avere sospetti sul regolare svolgimento del campionato 1976-77 e la Federcalcio avvia gli accertamenti. Viene interrogato il nostro protagonista, ma sebbene non venga trovato qualcosa a suo carico, la federazione belga lo sospende a tempo indeterminato per ritenerlo la figura centrale della storia e per non aver collaborato fino in fondo alle indagini. La parabola agonistica dell’attaccante termina qui.
Diventa allenatore e, purtroppo, incappa in un altro scandalo nel 1996. Stavolta cerca di corrompere il portiere dell’Union Saint-Gilloise, affinché faccia perdere l’Herentals che lui allena. Gómez, l’estremo difensore, registra la conversazione e la consegna alla Federazione: Polleunis viene fermato con due anni di squalifica. Un’uscita dal calcio decisamente ingloriosa, per colui che in gioventù si era autodefinito con la stampa il “James Dean di Sint-Truiden”.
Apriamo uno spaccato sulla figura di Polleunis. Considerato un uomo generoso e gioviale, di buon cuore, ha purtroppo macchiato la sua figura con i citati controversi episodi. All’epoca del massimo splendore, non si è allenato come avrebbe potuto per non farsi mancare nulla dalla vita. E per questo non ha raggiunto traguardi davvero importanti. Abilissimo nel dribbling e fisicamente solido, Lon si mostrò anche in sovrappeso negli ultimi anni di carriera. Per Raymond Goethals, Polleunis è stato “dopo Rob Rensenbrink e Simon Tahamata il miglior giocatore che abbia allenato in un club belga“.
Negli ultimi anni aveva continuato a frequentare lo stadio del Sint-Truiden, superando un tumore alla prostata. Nel 2023 ha intrapreso il suo ultimo viaggio in seguito a un intervento al ginocchio, che lo ha visto infine soccombere per successivi problemi cardiaci. Dopo essere stato messo in coma indotto, Polleunis è morto il 20 settembre 2023 all’età di 80 anni nella sua città natale.
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