Buon compleanno, ma soprattutto grazie per quello che hai dato al padel. Oggi, Juan Martin Diaz compie 48 anni e, pochi giorni fa, la sua carriera che lo ha visto numero 1 del mondo per 14 anni è andata ufficialmente in archivio. In Messico, Diaz ha giocato l’ultimo torneo di un ventennio esaltante, che lo colloca di diritto tra quei giocatori che hanno contribuito a portare il padel in una nuova dimensione. ‘El Galleguito’, argentino di Mar del Plata, con la pala ben salda nella mano sinistra ha deliziato il pubblico di tutto il mondo, dividendo il campo con un’altra leggenda come Fernando Belasteguin: nella sua straordinaria carriera ha vinto 170 titoli, oltre a essersi laureato campione del mondo a squadre e in coppia.
“Juan Martin Diaz, ‘El Galleguito’, ha giocato in Messico l’ultimo torneo di una carriera incredibile e ha deciso di ritirarsi, anche se quelli come lui non si ritirano mai, semmai continuano in altra veste a rendere grande il nostro sport – il saluto del presidente della Federazione Internazionale Padel, Luigi Carraro –. Diaz è stato numero uno al mondo per 14 anni al fianco di Fernando Belasteguin e con lui ha acceso la fiamma della passione per il padel in giro per il mondo, ispirando le nuove generazioni dalle quali sono nati i campioni di oggi. Tutti noi della famiglia FIP lo salutiamo con la stessa emozione che ci ha trasmesso dal campo per tanti anni”.
Lo hanno salutato in tanti, tra i suoi colleghi, avversari in campo ma con la stessa missione fuori: quella di portare il padel a diventare uno sport globale. Da brividi la dedica di Sanyo Gutierrez, altro pioniere della disciplina: “Se mi dessero da scegliere alcuni desideri nella mia vita, sicuramente uno di questi sarebbe che sportivi come Juan Martin Diaz siano eterni. Grazie Juan per quello che hai dato al padel, sei e sarai un esempio di come deve essere uno sportivo dentro e fuori dalla pista. Sempre basso profilo, umile, hai lasciato un messaggio ogni volta che sei sceso in campo. Credo che non basterà una vita perché il padel ti restituisca ciò che tu hai dato a lui. Che tu sia eterno: io da parte mia farò in modo che i miei figli sappiano chi sei, come sei e cosa sei stato”.