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Aldo Bet (1949-2023), stopper arcigno sottovalutato

La scomparsa dell’ex difensore Aldo Bet: uno dei protagonisti dello Scudetto milanista della stella nel 1979, aveva militato anche in Inter, Verona e Roma. Fu due volte azzurro.

La scomparsa di Aldo Bet, tra i difensori italiani più in vista negli anni Settanta, è avvenuta nelle scorse ore. Stopper tra le altre di Milan e Roma, era ricoverato in un ospedale di Varese: aveva 74 anni.

Uno di quei difensori che gli appassionati ricordano come iconici di un determinato periodo storico. Vuoi per il cognome breve, vuoi perché ha attraversato in prima linea un decennio mitico come quello dei Settanta, contro tanti attaccanti italiani davvero temibili. Aldo Bet ha perso la sua battaglia con la malattia, che lo ha infine portato alla morte nelle scorse ore. Classe 1949, originario di Mareno di Piave (Treviso), Bet aveva iniziato a giocare davvero con i colori dell’Inter addosso. Il debutto nel calcio che conta, poi il trasferimento alla Roma nel 1968. Una squadra giallorossa dal forte sapore romantico, che aveva in Losi il capitano di mille battaglie al tramonto della carriera, lo spagnolo Peirò ad imperversare davanti insieme a un giovane e talentuoso centravanti dal destino tragico: Giuliano Taccola.

Un giovane Bet con la maglia della Roma

Il nostro si impose nel ruolo di stopper, diventando in breve un rognoso avversario per tutti gli uomini gol della Serie A. Quanta roba… Riva, Prati, Boninsegna, Bettega, Savoldi, Chinaglia, Anastasi… solo alcuni dei principali sfidanti di Bet, con cui lui ingaggiava ogni domenica un duello senza risparmio e con ogni mezzo a disposizione, sfruttando la stazza (185 cm x 83 kg). Nel 1971, a Cagliari, debuttò in Nazionale con Valcareggi che lo chiamò per l’amichevole contro la Spagna. Nello stesso anno avrebbe disputato l’ultima delle due partite in azzurro, tutto sommato non scandaloso per il livello della concorrenza e il valore complessivo non eccelso del trevigiano. Il quale primeggiava in costanza di rendimento e marcatura sull’uomo, certo: però non disponeva di un bagaglio tecnico di prim’ordine.

La parentesi milanista

Nel 1973, dopo una Coppa Italia e un torneo Anglo-Italiano, lascia la Capitale per avvicinarsi a casa: lo chiama il Verona. Una sola annata e poi il passaggio al Milan, la parentesi più lunga della parabola agonistica. Nello Scudetto della stella del 1979, Aldo è tra i senatori e poi gradualmente arretra nelle gerarchie, superato dal giovane Fulvio Collovati. Una particolarità: non ha mai segnato in Serie A nel corso di 269 incontri, trovando la via del gol esclusivamente in Coppa Italia in tre occasioni. Oltre i 2 gettoni in Nazionale A, anche 3 presenze in Under 21.

La pagella di Bet all’esordio in Nazionale, redatta dallo scrittore Giovanni Arpino

 

 

 

 

 

 

 

 

Bet chiude la carriera nel Campania, dove inizia pure il percorso da allenatore che lo vedrà negli anni seguenti sedersi sulla panchina di alcuni club campani: Nola, Frattese, Savoia. Ha poi collaborato con la FIGC come collaboratore di Trapattoni nella Nazionale maggiore e poi secondo di Gentile nell’Under 21.

Aldo Bet è scomparso la notte scorsa a Varese, dov’era ricoverato in un locale ospedale.