Fabio Celestini al capezzale del Basilea
Fabio Celestini è la scelta del Basilea per ritrovare se stesso. Con il passaggio in panchina di Heiko Vogel, tolto dalla sua scrivania dirigenziale, dopo il brevissimo passaggio del connazionale Timo Schultz, a inizio stagione, si sperava di ricreare la magia di quella scorsa: così non è stato, e si fatta quindi una scelta più tradizionale, attraverso un allenatore “strutturato”, e ottimo conoscitore del calcio svizzero, con la speranza che riesca a tirare fuori i renani da una palude inattesa, nonostante le cessioni importanti di quest’estate, le quali hanno sì reso molto denaro, ma hanno privato il gruppo dei suoi elementi migliori.
Certo: l’ambiente non è abituato a battersi in quelle zone della classifica. E questo costituisce sicuramente un problema. Tutto starà a stabilire se Fabio Celestini possa o meno essere l’uomo giusto per questo compito difficile: le ultime stagioni dell’ex tecnico del Lugano sono state sicuramente difficili, nonostante una coppa svizzera conquistata a Lucerna, in un’esperienza però chiusasi con un esonero, come accaduto in Ticino prima e a Sion la scorsa stagione, con tante polemiche e discussioni con Le Président Christian Constantin.
La domanda è quindi: il tecnico romando è l’uomo giusto per riportare a galla il Basilea? Non è facile fare dei pronostici: di sicuro l’ambiente è fortemente deteriorato (per provare a ricomporlo, è tornato in società anche Marco Streller, il quale era andato via tempo fa tra le polemiche), la squadra in grossa difficoltà, a immagine e somiglianza anche di una campagna di rafforzamento (o indebolimento?) che ha puntato troppo su giovani di belle speranze ma che, probabilmente, andavano inseriti in modo differente nel tessuto della squadra, alla quale manca qualche elemento d’esperienza.
Sicuramente ha fatto male l’esclusione dall’Europa, dopo la fantastica cavalcata in Conference League della scorsa stagione: ma nessuno poteva pensare che quel fallimento sarebbe stata preludio di un inizio stagione così negativo (solo cinque i punti ottenuti sinora). Anche la situazione societaria non è facile, con la costituzione di una “Commissione sportiva” di ben sette persone. Se è vero che la Svizzera è il Paese simbolo della democrazia diretta, lo è anche che nel calcio, tradizionalmente, è meglio che comandino in pochi. E anche questa è tra le cause di questa partenza disastrosa dei rossoblù.
Ora si tratta di rovesciare l’inerzia della stagione, e di ripartire con un passo “da Basilea”: Fabio Celestini (ce lo ricordiamo bene al Lugano) è un tecnico che conosce bene il calcio, e quello svizzero in particolare. Certo, entra in corsa, a gestire una situazione difficile: e fare il paragone con quanto accaduto a Sion lo scorso anno sarebbe sin troppo semplice.
Insomma, si tratta di una scommessa difficile, che l’allenatore romando ha accettato con entusiasmo. Le motivazioni da parte sua non mancano (la voglia di riscattare questi ultimi anni difficili), anche se sarà tutto molto difficile: lottare per la salvezza implica un cambio di mentalità, in un ambiente che, sino a pochi mesi fa, lottava per raggiungere una finale europea. Dalla sua ha l’esperienza, compresa l’ultima in Vallese, che gli avrà sicuramente insegnato cosa non fare, e una grande voglia di riscattarsi. Buon lavoro, don Fabio.