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Il nuovo scandalo scommesse nasconde un problema un po’ più grande

Basta farsi un giro su Twitter (non riesco a chiamarlo X, non ci riesco) per rendersi conto del polverone che sta venendo su. Fabrizio Corona apre un’inchiesta giornalistica attraverso la testata DillingerNews.it per far luce sui casi di scommesse illegali di alcuni calciatori piuttosto noti: prima Fagioli – anticipato dallo stesso Corona addirittura prima dell’estate – nelle scorse ore Tonali e Zaniolo, che hanno lasciato il ritiro di Coverciano, dove stavano preparando con il resto del gruppo azzurro le imminenti partite di qualificazione a Euro2024. L’ultimo nome svelato, Nicola Zalewski, esterno della Roma, che a differenza degli altri tre sopracitati non è stato – ancora? – ascoltato dalla Procura.

Corona ha scoperchiato il vaso di Pandora, e lo ha fatto alla sua maniera: facendo rumore. Fidandosi delle sue fonti e affidandosi a esse, non svelandone l’identità (giusto: lo impone il codice deontologico), puntando a dare opportuno risalto al suo nuovo sito, nato – si legge sui social – “come reale concorrente di Dagospia”, e andato in crash per l’enorme numero di accessi nei minuti in cui dava la notizia del quarto giocatore coinvolto, Zalewski appunto.

Ciò che succederà d’ora in avanti, lo possiamo immaginare: la giustizia sportiva e ordinaria faranno il loro corso, accertamenti, indagini, condanneranno e/o assolveranno, sentiranno e risentiranno i diretti interessati. Il mondo mediatico si sta schierando: sia quello giornalistico, schierato tra chi dà il giusto merito all’ex re dei paparazzi e chi si domanda (e si risponde) come mai ci sia arrivato prima lui, sia quello popolare, che vive dietro le tastiere ed è contraddistinto da hating latente verso personaggi fin troppo ricchi per potersi permettere di sbagliare.

Apriamolo, dunque, il varco. Dando per ipotetico che – a esclusione di Fagioli, che si è autodenunciato – gli altri imputati dovessero veder le accuse confermate: si tratta solo di errori commessi? Sono, questi, semplici sbagli? Disclaimer: ci sono delle parole in corsivo, nelle due domande precedenti. Servono a sottolineare una parte fondamentale del discorso, dargli forza. Ovvero: sì, venissero confermate le accuse, sarebbero sicuramente dei – gravi – sbagli fatti. Ma, appunto: solo sbagli, e basta?

È ovvio che non sia così.

Grattando un po’ la ruggine, è evidente che questa storia sia ancora acerba. Non è chiaro – ma verrà fatta presto luce, vedrete – quanti e quali personaggi ruotino attorno alla vicenda, di che tipo, cultura, estrazione sociale. Se già si parla di “illegalità” in riferimento a questi siti di scommesse, è palese che ci sia della polvere sotto il tappeto, e a breve verrà tirata fuori. Però, notavo che probabilmente si sta rimanendo a galla. Si parla con vibrante clamore di colpevoli, e si sta discutendo, invece, poco dei perché gli imputati abbiano sbagliato, delle loro possibili debolezze, di problemi troppo grandi per un’età che non sarà mai una giustificazione, dei tanti soldi che gestiscono senza saperlo neanche fare. Pensateci un attimo: se quando avevate 20 anni (va bene anche se avete adesso, 20 anni) vi avessero riempito il conto con, mettiamo, 10 milioni di euro, non avreste avuto paura? 

Entriamoci intimamente nella situazione, e proviamo a chiudere il discorso in breve, per non divagare. Avere tanti soldi è bello, ma non è facile. Averli da giovani è ancora più complicato. I soldi ti danno delle possibilità in più, ti consentono di uscire dalla routine, di – semplicemente – fare qualcosa che altri non possono fare. Soldi, gioventù, e – aggiungiamoci – solitudine, magari; c’è tanta sociopatia a questo mondo, a diversi livelli: c’è chi ha difficoltà perfino a salutare. Fateci caso. E telecamere, tante, a 20 anni, quando si è pieni di tutto. E ambizioni, troppe, e adrenalina in corpo come necessità primaria, soprattutto quando le cose non vanno così bene. Cosa c’è sotto la pelle? In un altro articolo letto di recente, tra l’altro per caso, (non ero a conoscenza di questa testata fino a poche ore prima dello scoop su Fagioli) sulla pagina Instagram del sito di Corona si riprendevano le parole di Fedez, intenzionato a lanciare un appello: “Si discute e si investe ancora troppo poco sulla salute mentale”. Effettivamente, è così. La ludopatia sappiamo tutti cosa sia, no? È un problema, senza dubbio. Un problema che in questi anni il governo italiano ha provato a contrastare in vari modi (fallimentari, in my humble opinion: vedi il decreto dignità del 2018) ma che rimane là, presente, irrisolto. E crea danni. A tantissimi: persone comuni che spende alle slot in due ore lo stipendio di un mese, e quelli che hanno soldi, fama, e nonostante ciò non riescono a star lontano dal puntare ciò che hanno per sfamare un non necessario desiderio di adrenalina.

Mi ha colpito, sarò onesto, il modo in cui la collettività sta gestendo questa storia; certo, di calcioscommesse l’Italia ne ha già parlato (purtroppo) spesso, l’ultima volta una decina di anni fa, con le lunghe giornate del tribunale di Cremona. Possiamo dire che erano tempi diversi? Era un mondo con meno apertura mentale, molto meno social, meno sviluppato su alcuni temi di uguaglianza e dignità come oggi. Eppure, la reazione collettiva attuale resta molto simile ad allora: loro, i colpevoli, lo scoop, le squalifiche, le dichiarazioni, i motivi apparenti.

Chi avrà sbagliato dovrà assolutamente pagare. Ma oltre all’indignazione (giusta) collettiva, magari sfruttiamola questa vicenda per capire, aiutare (non solo loro: tutti), risolvere qualche altro problema collegato, e neanche così nascosto, nel 2023.
Ricordandoci che nessuno è così forte come sembra.