Analisi di un’Inter double face
Si scrive Inter-Bologna, si legge Inter-Sassuolo. L’unica differenza è il risultato e il fatto che per i nerazzurri di Simone Inzaghi sia arrivato almeno un punto rispetto alla sfida con l’altra emiliana di dieci giorni fa. Nel 2-2 di San Siro c’è però la stessa Inter a due facce: quella quasi ingiocabile del primo tempo e quella superficiale e nervosa della ripresa.
L’entusiasmo post Benfica fa da traino nei primi 15 minuti dominanti di Lautaro e compagni. La sblocca Acerbi all’11’ di testa sul bel corner di Calhanoglu, raddoppia proprio il Toro due minuti già tardi con una gran conclusione dalla distanza su bella sponda di Thuram. L’argentino va in doppia cifra a inizio ottobre, numeri quasi da record, ma è proprio lui a dar vita alla rimonta rossoblu con l’ingenua trattenuta su Ferguson che porta al rigore poi trasformato da Orsolini. Il 2-1 almeno inizialmente non spaventa gli uomini di Inzaghi, che si limitano a controllare nel finale di primo tempo, abbassando forse un pò troppo il livello di adrenalina. Questa potrebbe essere l’unica parziale spiegazione dei primi 10 minuti di quasi totale assenza in campo nel secondo tempo. Il definitivo pareggio di Zirkzee al 53’ è la palese dimostrazione del calo di concentrazione dei nerazzurri: troppo spazio per il talentino del Bologna che ha il tempo per pensare e poi fare quello che vuole al limite dell’area senza essere mai affrontato da Acerbi e compagni. L’Inzaghi furioso cambia gli esterni e Thuram (forse troppo presto).
La reazione c’è ma subentra anche il nervosismo che non permette all’Inter di essere lucida sotto porta e di portare a casa i 3 punti. Il Bologna, che aveva già fermato Napoli e Juventus, si conferma una delle squadre più difficili da affrontare in questo campionato. Cinica, organizzata e giovane: la squadra di Thiago Motta si candida per il ruolo di grande sorpresa di questa stagione.
L’Inter resta la favorita in chiave scudetto ma il secondo stop in pochi giorni e l’abbandono della vetta in solitaria, rischiano di condizionare l’approccio al tour del force che i nerazzurri affronteranno dopo la sosta. Torino e Atalanta in trasferta, in mezzo la sentitissima sfida con la Roma di Lukaku e gli impegni di Champions contro il Salisburgo. I cali di concentrazione non sono più ammessi.