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I Pionieri del Calcio – Aldo Teo Donelli, l’italoamericano che segnò all’Italia

Roma, 27 maggio 1934.
L’Italia esordisce in un Mondiale di calcio affrontando gli Stati Uniti. Sulla carta non c’è partita. Gli azzurri sono più forti tecnicamente e per di più, giocando in casa, possono confidare nel tifo del loro pubblico. D’altronde, però, hanno tutto da perdere. Gli Stati Uniti invece no. Sembrano l’agnello sacrificale ma hanno ancora una chance: hanno bisogno che l’Italia li sottovaluti. Poi si starà a vedere.

Il 7-1 finale mostra il divario tra le due squadre. Ma l’inizio, per l’Italia, non è affatto facile. I primi ad andare vicini al gol sono proprio gli statunitensi. Aldo Teo Donelli fa correre un piccolo brivido lungo la schiena dei 25.000 spettatori presenti. Per fortuna, però, il risultato non si sblocca. Scrollata di dosso la paura ci pensano Schiavio, con una doppietta, e Orsi a spianare la strada agli azzurri. La goleada viene interrotta, seppur per poco, dal cosiddetto “gol della bandiera” degli Stati Uniti: a segnarlo è proprio lui, Aldo Teo Donelli.

Tra football americano e calcio

Nome e cognome tradivano le origini italiane. Donelli era nato il 22 luglio 1907 a Morgan Township, un piccolo paese della Pennsylvania nel quale erano emigrati i suoi genitori. Frequentando l’università aveva cominciato a praticare il football americano. Era quello il suo sport prediletto. Tant’è che in seguito divenne anche coach professionista. Ma gli piaceva molto anche l’altro football, il soccer. Già dal 1925 aveva fatto parte di un alcune squadre calcistiche amatoriali. In area era letale, con lui i gol erano garantiti. Ambidestro, sapeva dosare il tiro perfettamente. Si diceva addirittura che indossasse una scarpa da football americano al piede sinistro e una da calcio al piede destro. Lo chiamavano “Booting Buff”.

Certamente alcuni racconti sfioravano la leggenda. Ma Donelli era veramente considerato un campione in patria. Si diceva che addirittura il blasonato Preston North End si fosse mosso per ingaggiarlo. Avrebbe potuto partecipare già ai Mondiali del 1930, ma il fatto che non militasse in una squadra della American Soccer League gli negò la convocazione. L’occasione arrivò, per l’appunto, quattro anni più tardi. I suoi numeri non erano sfuggiti al commissario tecnico statunitense, che volle con sé Donelli nella spedizione che sarebbe partita alla volta dell’Italia.

La stella di Donelli brilla ai Mondiali

Anche all’epoca, per potersi qualificare alla fase finale, le squadre dovevano affrontare una fase eliminatoria. Agli Stati Uniti sarebbe bastato sconfiggere il Messico e avrebbe partecipato ufficialmente ai Mondiali. Si giocava a Roma, davanti a un pubblico di 10.000 spettatori. I messicani erano temibili, ma Donelli non aveva paura. Era il suo momento, il momento per entrare nella storia. Lo fece nel modo migliore, realizzando tutti e quattro i gol che regalarono la vittoria (4-2) agli statunitensi. E facendo espellere il messicano Camarena, reo di averlo fermato con le cattive.

Donelli si prese la scena ed era pronto a guidare i suoi compagni nella prima partita ufficiale del Campionato del Mondo. Il sorteggio non fu benevolo: come spiegato nell’introduzione a questo articolo, agli Stati Uniti toccò in sorte l’Italia padrona di casa. Una partita quasi impossibile che era comunque da giocare. Gli statunitensi uscirono con le ossa rotte, ma Donelli si distinse ancora una volta. Fu lui a segnare il momentaneo 1-3. La gloria è un attimo fuggente e Donelli seppe coglierla. Proprio contro la “sua” Italia.