La storia che vi raccontiamo oggi riguarda un calciatore per lo più sconosciuto in Europa, ma considerato uno dei più talentuosi del Centro e Sud America negli anni ’30. Stiamo parlando di Hernán Bolaños, nicaraguese di nascita ma costaricano di adozione.
Hernán nacque a Granada, in Nicaragua, il 20 marzo 1912. Ma la sua carriera calcistica cominciò, fin da giovanissimo, altrove. Dal 1926 al 1930 giocò con la maglia dell’Orion F.C., in Costa Rica, dove riuscì a ottenere una doppia promozione dalla Tercera Division alla Primera. Era un attaccante completo, dotato di un buon bagaglio tecnico. Le buone prestazioni lo imposero all’attenzione del commissario tecnico della Nazionale costaricana, che prese a convocarlo con una certa assiduità. Nel 1930, nel suo periodo migliore, vinse la medaglia d’argento ai Giochi centroamericani e caraibici.
Il 1930 fu un anno decisivo per la carriera di Hernán Bolaños. L’Audax Italiano – squadra cilena fondata da immigrati italiani – era in tournée in giro per l’America e giunse anche in Costa Rica. L’attaccante era ormai sulla bocca di tutti e i dirigenti cileni poterono ammirare coi loro occhi le sue ottime qualità tecniche. Gli fu immediatamente proposto di entrare a far parte della squadra e Bolaños afferrò l’occasione al volo. Le stagioni in Cile furono le più importanti della sua carriera. Nel 1936 e nel 1937 i trenta gol (14+16) realizzati permisero all’Audax di incoronarsi campione cileno. La stampa locale gli affibbiò il soprannome di Cabecita, forse proprio per la grande intelligenza che mostrava in ogni partita.
La sua carriera internazionale non si fermò alla maglia del Costa Rica. Nel 1938 la Nazionale caraibica bissò il secondo posto raggiunto otto anni prima a Los Juegos centroamericanos y del Caribe. Ma nel 1940, ormai al termine della sua carriera all’Audax Italiano, venne convocato anche nella Nazionale cilena. Le regole dell’epoca lo permettevano. Le apparizioni con la maglia bianca furono un paio ma Bolaños divenne comunque uno dei primi calciatori a vestire le maglie di due rappresentative nazionali.
Gli ultimi due anni di carriera li trascorse all’Orion F.C., la squadra che lo aveva lanciato nel firmamento. Era come un segno di riconoscenza nei riguardi di chi aveva creduto in lui, anche quando era imberbe ed inesperto. Appesi gli scarpini al chiodo, non si allontanò dal mondo del calcio. Prese il titolo professionale di dentista, ma appena ne ebbe l’occasione tornò sul rettangolo verde. Dal 1946 al 1948 fu alla guida della Nazionale del Costa Rica: la sua esperienza si chiuse con un bottino di 13 vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte, con 78 gol fatti e 32 subiti.