Home » La nuova geografia del calcio femminile

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In Australia e Nuova Zelanda si stanno disputando le gare della fase a eliminazione diretta dei Mondiali di calcio femminile edizione 2023 e il campo ha già dato i suoi verdetti, alcuni dei quali inattesi.

La competizione ha visto due formazioni titolate come Germania e Canada uscire dal torneo nella fase a gironi. Grande delusione per le canadesi, campionesse olimpiche in carica e che sono state estromesse dalla fase finale dei Mondiali dalle padrone di casa dell’Australia grazie alla netta vittoria per 4-0 nella fase diretta che ha decretato il passaggio delle Matildas che stanno anche giocando senza la loro calciatrice più rappresentativa, quella Sam Kerr che è la prima donna in copertina in un gioco della galassia FIFA. Unica delle canadesi a tenere testa alla competizione il difensore Vanessa Gilles del Lione, sempre affidabile, mentre le sue compagne lo sono state un poco meno.

La Germania invece è stata un’autentica sorpresa: si sapeva che la nazionale tedesca era in una fase di profondo rinnovamento ma la prima netta vittoria contro il Marocco aveva fatto ben sperare. La sconfitta contro la Colombia e il pareggio contro la Corea del Sud (che era addirittura passata in vantaggio) hanno invece mostrato tutte le debolezze di questa formazione, che aveva in Alexandra Popp la sua punta di diamante ma che ha mostrato pecche in tanti altri reparti, soprattutto sul lato sinistro dove Klara Buhl e Chantal Hagel hanno sempre giocato al di sotto delle proprie possibilità, con il portiere Merle Frohms che ha fatto quello che poteva nei confronti delle voragini che le si aprivano davanti. Ora per la Germania dovrà essere vera rivoluzione se si vuole tornare tra i primi posti del calcio femminile.

Parlando di rivoluzione, l’ultima citazione è per gli Stati Uniti, dati da tutti come squadra pronosticata per la vittoria del Mondiale e che invece sono stati mandati a casa da una Svezia solida e fisica che ha trovato nel suo portiere Musovic un assoluto baluardo. Si sapeva che la nazionale a stelle e strisce stava vivendo un momento di profondo rinnovamento interno, con Megan Rapinoe che ha abbandonato il calcio giocato dopo la sconfitta e Alex Morgan che sta valutando il suo futuro. Le nuove leve sono giocatrici estremamente interessanti ma la squadra americana ha pagato la sterilità in fase offensiva, se è vero che ha segnato solo quattro gol in quattro partite: non può essere Alex Morgan dall’alto dei suoi 34 anni la soluzione al problema, che invece deve passare per una maggiore esperienza internazionale di elementi come Trinity Rodman e Sophia Smith, dando anche maggiore fiducia a un portiere che non sia Alyssa Naeher che spegne quest’anno 35 candeline (per esempio Casey Murhpy) e trovando un’alternativa a Naomi Girma, sembrata veramente impacciata sul palcoscenico internazionale.

Senza tutte queste vecchie regine, vedremo chi indosserà al loro posto la corona di regina del calcio femminile: noi ci sentiamo di spendere i proverbiali due cents sul Giappone, che è sì in fase di rinnovamento ma che sembra avere trovato la giusta amalgama tra tecnica, tattica, gioventù ed esperienza. Go Nadeshiko Go!

PS Ultimo appunto per il Brasile: la nazionale di Ary Borges, Andressa Alves e Bia Zaneratto non è riuscita ad avere ragione della Giamaica, nonostante così tanto talento, e Marta, lei vera regina del calcio femminile mondiale, ha chiuso la sua carriera senza il trofeo più importante nella sua bacheca. Un vero peccato.