Dopo alcune indiscrezioni che erano trapelate nei giorni scorsi, nella nottata di ieri sera è arrivata purtroppo l’ufficialità: la Sampdoria Women chiude i battenti. E lo fa con un comunicato ufficiale da parte della società che vi riportiamo: “L’U.C. Sampdoria comunica il proprio disimpegno dal calcio femminile professionistico. La Sampdoria tornerà a investire nel calcio femminile, che sarà anche cardine dei futuri progetti sociali per la città. La società sarà presente nelle scuole per favorire l’integrazione delle ragazze nel calcio, con inclusione e senza pregiudizi. Purtroppo le situazioni economiche ereditate e i costi eccessivi della gestione di una squadra femminile professionistica in Serie A non ci permettono di continuare in questo momento. Tutto ciò anche per rispetto ai creditori e ai dipendenti della Sampdoria che hanno sostenuto diversi sacrifici negli ultimi mesi e continuano a farlo per garantire il futuro del club”.
La storia della Sampdoria Femminile, iniziata appena due anni con l’acquisizione da parte dell’ex presidente Ferrero del titolo della Florentia San Gimignano e che ha visto le liguri salvarsi anche con largo anticipo, arriva quindi a conclusione, nonostante la aperture del neopresidente Radrizzani, che aveva sempre dimostrato interesse per il calcio femminile. La motivazione economica risiederebbe nel budget che avrebbe dovuto essere impegnato per la squadra femminile, una spesa di due milioni considerata eccessiva in questo momento di rifondazione societaria, senza dimenticare il problema dello stadio, dato che la mancata omologazione del campo di Bogliasco avrebbe costretto la squadra blucerchiata a giocare le gare interne addirittura a Vercelli, vista l’impossibilità di trovare una soluzione più vicina. Ora la FIGC dovrà decidere quale squadra dovrà sostituire la Sapmdoria in Serie A Femminile tra Parma e Pomigliano.
Antonio Cincotta, ex allenatore della Sampdoria in questi due anni di vita, ha commentato così la notizia su Instagram: “La storia femminile della Samp iniziò esattamente due anni fa tra tanti ostacoli. Era Luglio, non avevamo neanche una giocatrice e dovevamo giocare la Serie A. I primi mesi fantastici, e poi altra improvvisa difficoltà con l’arresto del Presidente. Le ragazze non si piegarono e la stagione finì con il più grosso risultato della carriera mia da Allenatore, sesti, con qualche Big alle nostre spalle. In questa stagione vissuta ancora con più patemi, sempre ad un centimetro dalla bancarotta, nonostante tutto le ragazze sono state ancora gloriose. Una storia di grande umiltà finita inaspettatamente così. La riflessione più profonda, oltre al sentimento di sconforto, è che il calcio femminile deve continuare a crescere affinché le squadre acquisiscano Sponsorhip e interessi diretti, evitando di essere accusate di sopravvivere solo grazie al “mecenatismo” del dipartimento maschile. Una sfida per un settore che deve continuare a crescere anche nella sostenibilità“.