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I Pionieri del Calcio – Archie Stark, la prima star del soccer

Non è un mistero che tra gli sport di squadra outdoor gli americani preferiscano, da sempre, baseball e football. Il soccer ha rivestito comunque una certa importanza a partire dall’inizio del Novecento. Oggi vi parliamo di un calciatore che è riuscito a imporsi e a dare lustro al calcio statunitense: Archie Stark.

Dalla Scozia agli Stati Uniti

Archie Stark nacque a Glasgow il 21 dicembre 1897. Ma a tredici anni – assieme alle famiglia – si trasferì negli Stati Uniti, precisamente nella contea di Hudson, New Jersey. Lui e il fratello Tommy, di due anni più anziano, avevano il chiodo fisso del calcio. Cominciarono a giocare nei Kearny Scots-Americans, ma le loro carriere si divisero quando Archie venne ingaggiato, nel 1916, da Babcock and Wilcox, un club della vicina città di Bayonne. Purtroppo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale lo portò ad essere arruolato nell’esercito e la sua attività si interruppe. Alla ripresa trovò ingaggio al Erie Athletic Association.

Ma la prima vera svolta della carriera avvenne un paio d’anni più tardi, quando entrò a far parte del New York Football Club, una squadra che militava nella American Soccer League. Giocava come interno destro di centrocampo, ma nonostante ciò dimostrò una straordinaria vena realizzativa, riuscendo a segnare in metà delle partite disputate. Così nel 1924 era pronto al grande salto. Lo ingaggiò il Bethlehem Steel F. C., una delle squadre più promettenti della Lega professionistica americana. Cambiò ruolo, reinventandosi centravanti.

La presentazione del Globe (11 settembre 1924)

In un articolo datato 11 settembre 1924 il Globe parlò diffusamente dell’arrivo di Archie tra le fila del Bethlehem Steel. “Seguendo la tendenza di altri club a rafforzarsi per la stagione della American Soccer League che si avvicina rapidamente, la dirigenza del Bethlehem Steel F. C. ha probabilmente fatto il primo colpo di questa stagione, quando nel tardo pomeriggio di ieri il nome di Archie Stark è stato aggiunto al rooster dei suoi giocatori.

Solo dopo settimane di trattative – continua il giornale – la dirigenza è riuscita a chiudere il suo trasferimento ma le condizioni in base alle quali ciò è stato reso possibile non sono state divulgate. Tuttavia, è noto che Stark era ansioso di giocare con gli Steel Workers. Con Stark sulla linea avanzata di Bethlehem, il baluardo offensivo sarà molto rafforzato e dovrebbe adattarsi bene in entrambe le posizioni lasciate libere da Alec e Walter Jackson, rispettivamente all’interno di destra e centravanti”. 

Una carriera sfolgorante

L’impatto con la sua nuova squadra fu letteralmente devastante. Nella sua prima stagione Archie segnò addirittura 67 reti in 44 partite di campionato. In pratica riuscì a doppiare i contendenti della classifica marcatori: basti pensare che il secondo, Andy Stevens del New Bedford Whalers, si fermò a 33. Stark si dimostrò un cecchino anche nella stagione seguente, quando realizzò 43 reti, ma stavolta dovette cedere lo scettro di capocannoniere allo stesso Stevens, che riuscì a superarlo di un gol. Nonostante l’incredibile vena realizzativa del suo bomber, Bethlehem Steel attese la stagione 1926-27 prima di diventare campione.

Intanto Archie Stark era diventato una vera e propria star. Il 26 giugno 1925 fece il suo esordio in Nazionale, contro il Canada. Gli Stati Uniti persero di misura, ma si rifecero con gli interessi quasi cinque mesi dopo, quando rifilarono un tennistico 6-1 ai cugini canadesi. E Stark segnò cinque reti, dimostrando di essere l’attaccante più forte del momento. Le sue presenze in Nazionale rimasero soltanto due: nel 1930 venne selezionato per disputare la Coppa del Mondo ma rifiutò adducendo motivi di lavoro (salvo poi accettare l’offerta del Fall River, squadra rivale del Bethlehem Steel, per disputare una tournée in Europa).

Negli ultimi anni di carriera vestì le maglie di Newark Americans, Brooklyn Wanderers e Kearny Irish. Si ritirò dal calcio agonistico nel 1934, con più di 300 gol all’attivo nella Lega professionistica americana. Nel 1950 entrò nella Hall of Fame del calcio statunitense. E ancora oggi viene ricordato come uno dei più devastanti attaccanti della storia del calcio a stelle e strisce. Il soccer delle prime tre decadi del Novecento ha avuto il suo re.