In Primo Piano

I Pionieri del Calcio – Manchester United-Liverpool, il primo caso illecito di calcioscommesse

Il finale di stagione della First Division 1914-15, l’ultima prima della sospensione conseguente all’inizio della guerra, fu particolarmente burrascoso. A causa della prima vicenda di illecito legata al calcioscommesse che coinvolse alcuni giocatori di Manchester United e Liverpool. I Red Devils erano invischiati nella lotta per non retrocedere, mentre i Reds, veleggiando tranquillamente a metà classifica, non avevano più obiettivi. Il “fattaccio”, avvenuto il 2 aprile 1915, fece molto rumore e portò alla squalifica dei calciatori coinvolti nella combine.

Manchester United-Liverpool: la combine

L’ala sinistra del Liverpool era l’ex United Jackie Sheldon. E tra i Red Devils militavano tre suoi ex compagni di squadra: James Hodge, Billy Meredith ed Enoch James West, soprannominato “Knocker”. L’incontro risultò alquanto agevole per i padroni di casa, che vinsero grazie alla doppietta di George Henderson. Era un successo preziosissimo perché rilanciava le speranze in chiave-salvezza del Manchester United, in vantaggio di pochi punti su Chelsea e Tottenham, ultime due forze del campionato. Però c’era qualcosa che non quadrava. Se ne accorsero sia il pubblico che gli ufficiali di gara. Quella partita aveva qualcosa di strano.

Ad esempio i giocatori del Liverpool avevano rimproverato il centravanti Pagnam, estraneo al complotto, quando questi era andato vicino al gol colpendo la traversa. L’atteggiamento rinunciatario dei Reds, poco preoccupati del duplice svantaggio, fece il resto. Il più deludente era stato West, autore di una prova incolore. Era una rarità per uno come lui, abituato a dare l’anima in campo. Un articolo del giornale The Sporting Chronicle mise in dubbio la regolarità del match e la Football League decise di vederci chiaro, attraverso la nomina di una commissione d’inchiesta. Sotto traccia cominciò l’investigazione sulla partita incriminata.

L’investigazione della Football League e le conseguenze

Ci vollero alcuni mesi per scoprire la verità. Più che un accordo per favorire lo United si trattava di un piano per guadagnare soldi col calcioscommesse (i 2-0 era pagato 7:1). Saltarono fuori i nomi di chi aveva “aggiustato” l’incontro. Si trattava di Sandy Turnbull, Arthur Whalley ed Enoch West dello United; Jackie Sheldon (considerato l’ideatore dell’inganno), Tom Miller, Bob Pursell e Thomas Fairfoul del Liverpool. La commissione si pronunciò definitivamente nel dicembre 1915 e decise per la squalifica a vita dei giocatori coinvolti. Da quel momento in poi non avrebbero potuto nemmeno entrare in uno stadio. La posizione più delicata era quella di West, l’unico ad aver effettivamente giocato quell’incontro.

Whalley e Turnbull furono immediatamente eliminati da una squadra dell’esercito; West fu escluso dalla rosa dello United e continuò a lavorare alla Ford. Il più sfortunato fu indubbiamente Sandy Turnbull, ucciso nella battaglia di Arras nell’aprile del 1917. West, amareggiato, decise di ricorrere alla giustizia al fine di ottenere la revoca della squalifica. Ma le testimonianze decisive di Sheldon, che ammise che il risultato era stato concordato in precedenza, e di George Henderson, che disse di aver partecipato all’incontro ma di aver rifiutato categoricamente di prendere parte alla scommessa, fecero perdere la causa a West. La cosa curiosa fu che nel 1918 lo stesso Henderson venne condannato a otto mesi di reclusione – con lavori forzati – per aver manipolato alcune partite.

L’amnistia del 1945

Al termine della Seconda Guerra Mondiale la Federazione propose un’amnistia generale. Vennero così tolte tutte le squalifiche a vita a tutti i calciatori banditi (anche il compianto Turnbull, caduto al fronte nel 1917). Ma c’era una persona a cui questo non importava più. Aveva lottato a lungo per la sua riabilitazione e si sentiva vittima di una persecuzione. Enoch James West, detto Knocker, il grande accusato, aveva pagato più di altri l’illecito. Alla soglia dei sessant’anni, sentiva la squalifica come una cicatrice indelebile sulla propria pelle. Nessuno avrebbe cancellato l’onta subita.