Chiusa la stagione di calcio in Svizzera: bilanci e prospettive
Con la disputa del ritorno dello spareggio promozione/retrocessione, che ha visto la promozione in Super League dello Stade Lausanne Ouchy a spese del Sion di Tramezzani e Balotelli, si è chiusa in Svizzera la stagione calcistica, in attesa delle partite di qualificazione alla fase finale dell’Europeo, in programma nel fine settimana entrante.
Al di là dei risultati sportivi (la vittoria in campionato e Coppa svizzera dello Young Boys guidato da Raphael Wicky, di ritorno in Europa dopo la fallimentare esperienza a Chicago, squadra di proprietà di Joe Mansueto, patron del FC Lugano), questa stagione sarà ricordata come l’ultima con questa formula di campionato.
Dal prossimo anno, infatti, si partirà con le dodici squadre, mentre è stato eliminato, in corsa, il playoff tra prima e seconda: troppo forte l’opposizione dei grandi club della Svizzera interna, e forse troppo ambiziosa la modifica, peraltro inesistente in tutti gli altri contesti europei.
Tornando a parlare di calcio giocato, lo Young Boys, dopo l’anno sabbatico, è tornato a vincere, tra l’altro con un vantaggio siderale sulla seconda (il Servette, 16 punti più sotto). Soprattutto, però, non ha mai dato la sensazione che il proprio successo potesse essere messo in discussione. Il bilancio, tra l’altro, parla anche di 83 gol segnati (il secondo miglior attacco, quello del San Gallo, si è fermato a 66) e solo 30 incassati (la seconda miglior difesa, quella del FC Lugano, ne ha subiti 47), a dimostrazione di una superiorità assoluta.
In Coppa, i gialloneri hanno avuto un percorso tutto sommato agevole, ma hanno però eliminato il Basilea, andando a vincere in riva al Reno. Della finale abbiamo scritto domenica direttamente dallo stadio: una vittoria sofferta, contro un ottimo Lugano.
Ottima, infatti, la stagione dei sottocenerini: terzo posto che significa Europa (fase a gironi di Europa League o di Conference League, a seconda di come andrà il playoff di agosto), finale, appunto, di Coppa svizzera (la seconda consecutiva, come negli anni ’90 del secolo scorso), in una stagione di rifondazione, visto il peso delle partenze al termine della stagione passata.
Grande merito, in particolare, al tecnico bianconero Mattia Croci Torti, capace di adattare tatticamente la squadra agli avversari ma, soprattutto, alle numerose assenze per infortunio (anche pesanti) occorse in stagione. Se fosse riuscito a vincere la finale di Coppa, domenica scorsa, avrebbe centrato un’impresa (rivincere il trofeo) mai riuscita a nessuno in riva al Ceresio.
Il Servette, al secondo posto, ha fatto un’ottima stagione, impreziosita anche da una semifinale di Coppa, dove si è arreso ai bianconeri ticinesi solo ai calci di rigore. Abbastanza incomprensibile per noi la scelta, da parte dei ginevrini, di allontanare il tecnico Alain Geiger a fine stagione.
Ottima anche la stagione del Lucerna, guidato da un tecnico come Mario Frick, capace e mai banale, bravo a valorizzare i propri giocatori, e capace di qualificarsi per i preliminari di Conference League. Il club ha però vissuto qualche problema societario durante la stagione; vedremo se tutto andrà per il meglio, nel futuro prossimo.
Il Basilea, quest’anno, ha fatto una stagione eccezionale in Europa, sfiorando la finale di Conference League, sfuggita ai supplementari del ritorno contro la Fiorentina. Lo sforzo è però stato pagato in patria, dove i renani, sostituito l’allenatore Alexander Frei dopo un inizio di stagione balbettante, hanno ottenuto la qualificazione ai preliminari europei all’ultima giornata e nell’ultimo posto disponibile. Il prossimo anno arriverà in panchina Timo Schultz: vedremo se saprà riportare in alto anche in campionato i rossoblù.
Lo Zurigo non è riuscito a ripetere l’exploit della passata stagione. Al termine di un girone d’andata disastroso, si è ritrovato nella palude del fondo classifica, dalla quale è uscito con un buon percorso nel finale di campionato, ispirato da Blerim Džemaili il quale, a chiusura di stagione, ha messo fine alla sua grande carriera.
Il San Gallo ha alternato grandi partite a prestazioni anonime: spinto da un grande pubblico, non è riuscito però ad avere la necessaria continuità di risultati, pur essendo rimasto in corsa per un posto europeo sino all’ultimo. La società si affiderà comunque ancora a Peter Zeidler, capace di regalare emozioni ai tifosi e di far crescere i giovani: se la compagine troverà la necessaria regolarità, potrebbe davvero arrivare a ottimi risultati.
Per il GCZ, è stata un’altra stagione di transizione. La partenza, a fine campionato, di Giorgio Contini, tecnico capace ma in disaccordo con la proprietà, potrebbe significare una nuova partenza da zero per una società di grande tradizione, ma da troppo tempo lontana dai vertici.
Pesa anche la questione stadio, con il progetto osteggiato in città dagli ambientalisti. Tutto sommato sorprendente, invece, la salvezza ottenuta dal Winterthur, club con un budget tutto sommato limitato ma spinto da un pubblico incredibile e sempre numeroso, nonostante la vetustà della Schützenwiese.
Chi è invece incredibilmente retrocesso è il Sion, dopo una stagione caratterizzata da un’incredibile girandola di allenatori. Ma il vulcanico Constantin non si arrende: CC ha visto una falla nella pratica della licenza dell’Yverdon neopromosso, legate allo stadio, ed è deciso a dare battaglia in sede legale. Dove non sono arrivati giocatori e staff, potrebbero farlo i giudici. Affaire à suivre, insomma, come si dice da queste parti.