Non chiamatelo miracolo FeralpiSalò
I miracoli sono altri, i miracoli sono quelli dove anche la fortuna gioca un ruolo importante. La FeralpiSalò invece ha saputo programmare campionato dopo campionato alzando sempre di più l’asticella fino a vincere il girone A di Lega Pro.
E’ un’impresa, quella si, perché ha superato squadre dal budget ben più alto e con esperienza pluriennale in cadetteria. Per la squadra gardesana invece è la primissima volta, in soli quattordici anni di esistenza. Il presidente Pasini ha saputo infondere una mentalità sempre più vincente sfiorando il colpaccio lo scorso anno con la semifinale playoff persa contro la corazzata Palermo e riuscendoci quest’anno.
Stefano Vecchi, ex allenatore dell’Inter Primavera, ha puntato tutto sulla difesa: primo obiettivo non prenderle. Si spiegano così i soli 19 gol subiti in 36 partite di campionato. La FeralpiSalò è una delle migliori difese di tutta Europa, mentre fa quasi strano notare che in attacco si siano realizzati “solamente” 39 reti (solo cinque squadre nel girone A hanno fatto peggio). Massima resa con il minimo sforzo.
Fino a qualche giornata fa il sogno sembrava comunque troppo grande per una piccola cittadina come Salò che conta poco più di diecimila abitanti. Poi però l’acquisto di Sau nel mercato di gennaio aveva fatto capire la reale volontà di Pasini e i risultati utili consecutivi hanno portato la FeralpiSalò sempre più vicina all’obiettivo Serie B. Poi ieri la sconfitta della Pro Sesto a Piacenza ha spalancato le porte: bastava un successo contro la Triestina e così è stato.
Come? Come sempre di corto muso. Un partita impostata nel miglior modo possibile, squadra quadrata e attenta pronta poi ad affidarsi all’estro di Siligardi, in condizione fisica straripante che nelle ultime partite si è caricato la squadra sulle proprie spalle. Il gol vittorie però è arrivato con Butic, fortunoso con un tiro non di certo imparabile che ha colto impreparato il giovane Mastrantonio.
La FeralpiSalò vola così in Serie B ed è la seconda squadra della provincia bresciana a riuscirci. L’altra è ovviamente il Brescia, la città, che però sta faticando e potrebbe retrocedere nel prossimo campionato. Quasi uno smacco, la provincia che supera la città. D’altronde non è un miracolo: programmazione, progetto e lavoro costante sono parole che non compaiono nel vocabolario di Cellino.