Home » Le 7 Marce, GP Australia – Pasticcio agli antipodi

Gran Premio d’Australia, 3/a tappa del Mondiale di Formula 1 2023. Ripercorriamo quanto accaduto sul circuito dell’Albert Park di Melbourne con la nostra monoposto a 7 marce.

Viaggia in 7/a marcia, Max Verstappen – Non vince col braccio fuori dalla monoposto, questo sì. Il passo gara di Mercedes e Aston Martin certo non era trascurabile e la partenza poco brillante ha fatto per un attimo presagire un altro scenario. Per un attimo, appunto. Poi lo strepitoso DRS Red Bull, le scelte discutibili della direzione gara (la prima bandiera rossa per l’incidente di Albon) e della Mercedes (far fermare Russell consegnando de facto Hamilton all’avversario) hanno fatto il resto. E l’olandese non si è fatto pregare nel ringraziare.

Viaggia in 6/a marcia, Lewis Hamilton – Per un attimo si toglie lo sfizio di sverniciare Verstappen in partenza. Per un attimo sogna una piccola rivincita di Abu Dhabi 2021. Per un attimo. Poi Verstappen lo riporta alla realtà. Ma comunque il secondo posto è assolutamente un risultato da non disprezzare.

Viaggia in 5/a marcia, la McLaren – Vero, la MCL60 non è velocissima, ma perlomeno è affidabile. E quando ti capitano jolly del genere, una vettura affidabile li sfrutta. E da un probabile terzo fine settimana a secco a 12 punti e quinto posto nel Mondiale Costruttori con la sesta piazza di Norris e l’ottava di Piastri il passo è breve.

Viaggia in 4/a marcia, Nico Hulkenberg – In una gara “pazza” per mille motivi, chi ha la fortuna di avere in casa un pilota di esperienza può ottimizzare un bel risultato. E la Haas può brindare a un gran settimo posto.

Viaggia in 3/a marcia, la Ferrari – Si potrebbe pensare che la sfortuna non esista nello sport, perché se Leclerc e Sainz sono costretti a stare in mezzo al gruppo (e quindi a essere più a rischio “contatti”) è colpa di una macchina non performante. Poi la Rossa una volta ogni tanto azzecca una strategia con il pilota spagnolo giustamente fermato per approfittare della Safety Car per l’incidente occorso ad Albon ma la direzione gara rovina tutto con una bandiera rossa davvero inopportuna. E si pensa che un po’ di sfortuna nelllo sport ci sia.

Viaggia in 2/a marcia, l’Alpine – Già i rapporti tra Gasly e Ocon erano al minimo sindacale. Figuriamoci ora, dopo la frittata commessa in occasione della terza partenza. La direzione tecnica della squadra metta subito le cose in chiaro con i piloti, se non vogliono vedere detriti transalpini sparsi sulle piste di mezzo mondo.

Viaggia in 1/a marcia, la direzione gara – Ci si indigna (forse a ragione) per la terza bandiera rossa a pochi giri dalla fine che ha provocato un disastro tra grovigli e incidenti. Ma, sportivamente parlando, ci si dovrebbe più indignare della prima bandiera rossa, quella per l’incidente di Albon contro il muretto. Una Virtual Safety Car sarebbe stata la scelta più giusta da fare e più premiante verso chi aveva scelto il momento azzeccato per andare ai box (Russell e Sainz, per intenderci). E lasciamo perdere per quanto riguardo il trambusto finale. Sebbene la Haas abbia presentato ricorso. Evidentemente, alla squadra diretta da Gunther Steiner, il “pasticcio all’australiana” non è stato gradito.