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Forte e determinato, lo Stirpe si gode un Grosso Frosinone

Non era poca l’apprensione dalle parti dello Stirpe, in vista della sfida casalinga contro il Venezia della 28/a giornata del Campionato di Serie B. Il Frosinone di Fabio Grosso, primo della classe tra i cadetti, ospitava tra le mura amiche una compagine capace di far sudare le proverbiali sette camicie al Bari pochi giorni prima e di imporre il pari di recente a Cagliari e Pisa.

Al valore e al momento di forma dell’avversario, si aggiungevano inoltre le fatiche e le tossine del recente turno infrasettimanale, non proprio una consuetudine in Serie B. Per i ciociari la sfida con i lagunari aveva, insomma, i crismi della proverbiale partita-trappola di cui è pieno il Campionato cadetto, a una settimana scarsa dalla sfida verità con il Bari che molto promette di svelare circa la lotta promozione.

Il tabellino, però, parla da sé: Frosinone-Venezia 3-0. Risultato incontestabile, che non rende nemmeno giustizia alla prova di forza sciorinata dai ciociari ai danni degli avversari di giornata.  Mulattieri (due volte) e il solito Caso accendono l’entusiasmo irrefrenabile del pubblico ciociaro, che in realtà oltre ai propri beniamini deve ringraziare le incredibili amnesie del Venezia di Vanoli.

Aldilà degli errori dei lagunari, grotteschi in occasione di tutte e tre le reti del successo ciociaro, resta impressa nella mente la prova di forza dei ragazzi di Grosso. Prova di forza da misurarsi, prima che per la qualità del gioco espresso e di alcune individualità, per l’espressione di alcuni tratti somatici tipici della grande squadra: determinazione, coralità, intelligenza nell’interpretare la gara.

Determinazione: quella messa in campo dal 1’ minuto da una squadra che vede sempre più vicino un obiettivo a inizio Campionato impensabile anche per il più fantasioso dei tifosi, soprattutto dopo la delusione dello scorso anno (fuori dai playoff all’ultima giornata) e il robusto rimpasto estivo (via tra gli altri Gatti, Zerbin, Charpentier, Ricci). Determinazione che è quasi tangibile tra le fila dei padroni di casa, e si respira nell’intensità che i gialloblù mettono sul terreno di gioco, nella quantità di seconde palle vinte agli avversari, nella famelica voglia di andare verso la porta ogni qual volta se ne ravvede lo spiraglio.

In generale, nelle energie mentali e nervose che i gialloblù dimostrano nel momento clou della stagione e che torneranno sicuramente utili quando, sul rettilineo finale, inesorabilmente la stanchezza fisica comincerà ad affiorare.

Coralità: l’impressione che si ha osservando il Frosinone è quella di guardare un’orchestra nel quale compiti, strumenti e tempi di esecuzione sono noti a tutti e undici gli effettivi guidati sapientemente da Fabio Grosso, anch’esso miglioratosi assai nei suoi due anni abbondanti di permanenza ciociara.

Intelligenza, nel saper leggere e interpretare la gara. I ciociari accettano il guanto di sfida di un Venezia che nelle prime battute di gara tiene alto il baricentro, quasi a prendersi il centro del ring. Ecco che, allora, il Frosinone quasi invita il Venezia a farsi avanti, infilandolo poi a più riprese “di rimessa” fino al gol dell’1-0 di Mulattieri per poi, a partita sbloccata, tenere saldamente il comando delle operazioni in mano.

Un Frosinone che, in sintesi, studia e si comporta da grande serrando le fila in vista del finale di stagione. L’esatto opposto di un Venezia che a Frosinone scende per non fare brutta figura ma si sbriciola alla prima insidia. Volenterosi, ma approssimativi nelle giocate e mal disposti in campo (in particolare tra centrocampo e difesa), i lagunari si fanno infilare sistematicamente dai padroni di casa:  Mulattieri la sblocca in contropiede grazie anche al tragicomico scivolone di Hristov, ma nel primo tempo i gialloblù cestinano almeno un paio di ripartenze fotocopia.

Vanoli correi ai ripari cambiando le mezze ali nella ripresa, ma pronti via e un errore ancora più grottesco dell’esperto Ceppitelli spiana la strada al 2-0 griffato Caso, prima del 3-0 che Mulattieri mette a referto ai danni di un Venezia allo sbando più totale. Il 4-0 non arriva perché il legno nega la doppietta a Caso, e a quel punto il Frosinone imposta il pilota automatico finendo per portarsi a casa tra gli olè del pubblico locale tre punti di platino in ottica promozione.

Al Venezia non resta che leccarsi le ferite, cercando di recuperare in fretta entusiasmo ed energie in vista della sfida interna con il Brescia di sabato prossimo. Il Frosinone, invece, arriva nel miglior modo possibile alla trasferta di Bari, una di quelle gare che letteralmente vale un pezzo di stagione; e chissà che Grosso, in cuor suo, non mediti un personale riscatto dopo la non entusiasmante esperienza sulla panchina dei pugliesi.