Lily Parr nacque a St. Helens il 24 aprile 1905. Era stato grazie a suo fratello che si era appassionata agli sport considerati prettamente “maschili” come il calcio e il rugby. Passava ore e ore a perfezionare il suo tiro, cercando di renderlo sempre più potente e preciso. All’età di tredici anni era già in grado di segnare da qualsiasi zona del campo. Aveva il piede sinistro fatato. Ma soprattutto non era una ragazza che si fermava di fronte agli ostacoli. Per lei non esisteva il conformismo tipico di quell’epoca. Era semplicemente una persona che voleva giocare a calcio e a rugby senza curarsi delle opinioni altrui.
A quattordici anni Lily entrò a far parte della squadra di calcio locale, la St. Helens Ladies. Durante la sua seconda partita – contro le famose Dick, Kerr’s Ladies – si fece notare da Alfred Frankland, il manager delle avversarie, che rimase impressionato dalle sue prestazioni e di quelle della compagna di squadra Alice Woods. Alla proposta di unirsi al club, le due ragazze accettarono con grande entusiasmo e si trasferirono a Preston. Ogni volta che Lily scendeva in campo guadagnava dieci scellini. L’investimento di Frankland ottenne i risultati sperati, perché durante la sua prima stagione Parr riuscì a segnare ben 43 gol.
Come riporta Gail Newsham nel suo libro In a League of their own (1994) Lily Parr non passava inosservata: “Alta quasi un metro e ottanta, con i capelli nerissimi, la sua potenza e la sua abilità erano ammirati e temuti, ovunque giocasse. Era una calciatrice estremamente altruista che poteva fare passaggi con incredibile precisione. Era quasi sempre merito suo, in un modo o nell’altro, se la sua squadra riusciva a segnare gol”. Le lodi nei confronti della giovane giocatrice erano sperticate. Anche i giornali ne parlavano. “Probabilmente non esiste un prodigio più grande il tutto il paese. Non ha solamente velocità e un eccellente controllo di palla, ma anche un fisico che le consente di spazzare via le avversarie che cercano di fermarla”.
Nel 1920 Alfred Frankland fece in modo che la Federazione francese mandasse una squadra in tournée in Gran Bretagna. Era convinto che la sua squadra fosse così forte da poter rappresentare l’Inghilterra contro una nazionale straniera. E i fatti gli diedero ragione. Nei quattro incontri disputati le sue ragazze uscirono sconfitte solo una volta – l’ultima, per 2-1, nello stadio del Chelsea – con l’attenuante di aver giocato in dieci per l’infortunio occorso a Jennie Harris. La popolarità del Dick, Kerr’s Ladies accrebbe notevolmente e la squadra cominciò a giocare alcune partite con lo scopo di raccogliere somme di denaro per beneficenza.
Naturalmente una delle stelle della squadra era Lily Parr. La quale, a differenza delle compagne di squadra che via via smisero di giocare a pallone per sposarsi e/o dedicarsi ad altre professioni, continuò a giocare addirittura fino a 45 anni. La sua ultima partita è datata infatti 12 agosto 1950, contro la Scozia (11-1): anche in quella occasione Lily riuscì a segnare un gol e a rimpinguare il suo bottino di marcature. Si dice che durante la sua carriera più che ventennale avesse realizzato quasi mille gol. Un score impossibile da raggiungere per chiunque altra.
Lily Parr non nascose mai la sua omosessualità. Aveva conosciuto la sua compagna, Mary, quando era entrata a lavorare come infermiera presso lo Whittingham Hospital e Lunatic Asylum, vicino Preston. E con lei era andata a convivere. Divenne un’icona del calcio femminile e dei diritti dei gay. Purtroppo si ammalò di cancro e nel 1967 subì una doppia mastectomia. “Mi ci sono voluti sessantadue anni per coltivarli e adesso me li hanno tolti”, commentò amaramente. Era un’accanita fumatrice e si rifiutò di smettere di fumare le sue amate sigarette Woodbine nemmeno di fronte alla malattia. Si spense qualche anno più tardi, il 24 maggio 1978. Ma ancora oggi è ricordata come una delle leggende del calcio femminile: la calciatrice più forte di tutti i tempi.