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Il dramma di Gerhard Rodax (1965-2022)

Uno degli ultimi attaccanti austriaci a far parlare di sé a livello internazionale, nonostante siano passati più di 30 anni da quei momenti. Gerhard Rodax, gravemente malato, ha perso la vita a soli 57 anni in un tragico incidente.

In un’epoca monopolizzata dallo strapotere di Toni Polster, grande bomber e Scarpa d’Oro con un breve passaggio in Italia, gli attaccanti austriaci di fine anni Ottanta trovavano poco spazio per emergere a livello internazionale. Gerhard Rodax ci riuscì. Realizzando 35 reti nel campionato 1989-90, con la casacca dell’Admira Wacker, vinse il titolo di capocannoniere e giunse terzo nella classifica dei migliori marcatori d’Europa. 

Un exploit che arrivava da lontano. Nato a Tattendorf il 29 agosto 1965, il biondo Rodax si diploma al liceo di Baden. Aveva iniziato da professionista a 18 anni proprio con la maglia dell’Admira. Seconda punta di notevole velocità, molto reattiva negli ultimi sedici metri e capace di calciare con entrambi i piedi, debutta in Nazionale già nell’ottobre 1985 a Linz, contro la Jugoslavia. Accanto a lui una vecchia conoscenza del calcio italiano, quel Walter Schachner che all’epoca militava nel Torino. Tra la prima e la seconda presenza passano due anni.

Rodax rafforza il proprio posto nella rappresentativa decidendo l’amichevole con Malta a ottobre ’89 e replica nel marzo seguente in casa della Spagna: il 3-2 in rimonta lo firma lui, con un gol di pregevole fattura. L’ottima stagione nell’Admira e quella rete contro le Furie Rosse impressionano i dirigenti di un club madrileno, ci torneremo fra poco. L’Austria ha staccato nel frattempo il biglietto per la fase finale di Italia ’90, quale modo migliore per concludere una stagione super? Segnando un’altra rete importante, stavolta ai Mondiali, fondamentale per la vittoria a Firenze con gli Stati Uniti. La Nazionale non passa il girone, in cui è presente l’Italia, e torna a casa. Ma per Gerhard sta per aprirsi una nuova avventura, e non in Serie A. Come detto, il volo è diretto in Spagna.

La società che lo acquista è l’Atletico Madrid (foto in basso) del vulcanico presidente Jesús Gil. La punta austriaca arriva con grandi aspettative su di sé, frutto dell’annata precedente che lo ha fatto conoscere. Inizia molto bene la stagione, facendosi apprezzare anche nella Capitale. Poi il suo rendimento cala in maniera sensibile e incappa in guai fisici, chiudendo con 9 gol in 27 partite, all’interno di un 1990-91 ottimo della squadra biancorossa (2° posto nella Liga e vittoria in Coppa del Re). Il ruolo del bomber finisce sulle spalle del nazionale spagnolo Manolo.

L’avventura del nostro protagonista termina dopo un solo campionato nella Liga, senza prova d’appello, anche perché la moglie è in attesa della primogenita e preme per tornare in Austria. E così ritorna in patria, dove lo accoglie il Rapid Vienna. Lo smalto di un tempo, che gli aveva procurato il soprannome di “Razzo Biondo”, era svanito. Ritorna all’Admira per l’ultima annata, appendendo le scarpe al chiodo alla fine della stagione 1995-96. I suoi numeri da calciatore professionista sono i seguenti: 15 campionati disputati per un totale di 273 presenze e 105 reti; 20 apparizioni e 3 gol in Nazionale; il titolo di calciatore austriaco dell’anno nel 1989. Un carattere tranquillo, poco ambizioso: “Mi piaceva stare in seconda fila, non ho mai avuto problemi con gli allenatori. La mia ambizione non è mai andata così lontano da dover usare i gomiti“. Parole che la dicono lunga sul suo carattere.

Aveva aperto già nel 1989 un impianto sportivo polifunzionale a Traiskirchen, nella Bassa Austria. Il miglior momento della carriera non era ancora arrivato e Gerhard pensava già al futuro: “Desideravo garantirmi una seconda fonte di reddito“. Con l’aiuto fondamentale del padre, sfruttò la scia del boom tennistico dovuto agli exploit di Thomas Muster. La madre ha sempre raccolto i ritagli di giornale sul percorso calcistico del figlio, con grande orgoglio. Però Gerhard dava il giusto peso alla sua professione, con molto equilibrio. In un’intervista del 2012 rilasciata a DerStandard, dichiarò: “Sto bene, sono una persona molto soddisfatta e sana. Non ho debiti. Da tempo ho detto addio al calcio, e questa è una buona cosa. Le cose hanno una loro fine, senza malinconia“.

Poi, la scoperta della malattia. Gerhard ha iniziato a macinare dentro di sé pensieri sempre più negativi e, in contrasto con il bomber che nella gioventù aveva fatto gioire tanti appassionati di calcio, ha permesso alle tenebre di avere il sopravvento. Forse non ha accettato di andare incontro al prosieguo del male che gli era stato diagnosticato. E prende la sua decisione. Mercoledì mattina si è recato nei pressi della stazione ferroviaria con la propria auto. Una volta abbandonato il mezzo, si è diretto verso i binari: è stato travolto da un treno, nonostante il tentativo del macchinista di fermare in tempo la corsa a 150 km orari. Gerhard Rodax si è tolto la vita a 57 anni. Lascia la moglie Ana e le figlie Nathalie – nata dal primo matrimonio – e Mia.

L’ex partner di Nazionale, Toni Polster (sopra, insieme a Rodax in allenamento con l’Austria), lo ha voluto ricordare in un’intervista (“Era un bravissimo ragazzo, un compagno di squadra davvero affidabile e aveva molto coraggio. Perché non molti credevano che avrebbe avuto successo con la sua sala da tennis a Traiskirchen. Ha rischiato molto all’epoca e alla fine è stato ripagato per questo, dopo il calcio professionistico. Avrò sempre bei ricordi di lui“) sul proprio profilo Instagram. Due foto insieme, quando difendevano i colori dell’Austria. E il dolore, misto a incredulità. “Una perdita enorme, ancora non riesco a crederci 😪 Riposa in pace Gerhard 🖤”.

Grande commozione anche per altri protagonisti del calcio austriaco, che conoscevano bene Rodax.

  • Gerhard era una grande persona e un calciatore brillante. Tutto il mondo del calcio lo piange” (Andreas Herzog, ex centrocampista e compagno di Nazionale).
  • Una tragedia, un sentimento che difficilmente può essere espresso a parole” (Herbert Prohaska, ex centrocampista e commissario tecnico dell’Austria, compagno di club e in Nazionale).
  • Sono completamente scioccato, abbiamo vissuto tanti momenti insieme!” (Andreas Ogris, ex attaccante e compagno di Nazionale).
  • Non era solo una persona adorabile e intelligente, ma nel periodo in cui giocavamo l’uno contro l’altro, era sicuramente il giocatore più veloce e leggero di cui l’Austria disponeva. Sono molto triste che la sua vita sia finita all’età di soli 57 anni. Le mie condoglianze vanno alla sua famiglia e ai suoi amici” (Peter Schöttel, ex difensore e compagno di Nazionale)

(Fonti: krone.at / eu-football.info)