Come gli appassionati di Formula 1 già sanno, il 2026 sarà un anno molto importante. Perché in quella stagione debutteranno i nuovi motori, che prevedono l’utilizzo di carburanti sintetici (senza utilizzo di sostanze fossili) per la parte endotermica e una parte elettrica che fornisca il 50% della potenza totale.
Novità che hanno acceso la curiosità di case automobilistiche che o non sono mai state in Formula 1 oppure ci ritorneranno dopo parecchi anni. Due su tutte: Audi e Porsche. Benché entrambe appartenenti al gruppo Volkswagen, le due case sono lavorativamente parlando totalmente indipendenti. La Porsche (impegnata come costruttore nella massima categoria automobilistica dal 1957 al 1964 con una sola vittoria e come motorista dal 1983 al 1987 spingendo la McLaren a tre titoli iridati, senza voler dimenticare la fallimentare esperienza nel 1991 con la Footwork) dovrebbe stringere un accordo con la Williams, l’Audi ha ufficializzato l’acquisto della Sauber che diventerà attivo proprio nella stagione 2026.
Una notizia che rappresenta l’ideale punto di incontro tra le due filosofie che hanno contraddistinto i rapporti tra le grandi aziende automobilistiche e la Formula 1 in questo primo quinto di XXI secolo. Nei primi anni Duemila, infatti, diverse case entrarono in prima persona per emulare la Ferrari, ossia costruire sia telaio che motore. Sono sopravvissute ai “tempi nostri” Mercedes e la Renault (sebbene marchiata Alpine), mentre hanno lasciato prima Ford (Jaguar), poi Toyota e infine BMW.
Nel secondo decennio, invece, alcuni marchi automobilistici hanno seguito un’altra strada: diventare sponsor principale di una squadra già esistente, concedendo loro l’utilizzo del nome. Una tendenza cominciata con Infiniti, marchio di lusso giapponese, sponsor prima della Red Bull e poi della Renault. Proseguita con Fiat che ha fornito sponsorizzazione e marchio Alfa Romeo alla Sauber fino al 2023. E poi Aston Martin, prima sponsor Red Bull e poi “nuovo nome” della Racing Point.
Audi incrocerà queste due caratteristiche. Sarà sponsor e nome della Sauber ma, a differenza delle “colleghe”, fornirà anche i motori mentre i telai verranno sviluppati anche in Svizzera. Una formula di partecipazione totalmente innovativa. E, chissà, potrebbe aprire la strada ad altri investimenti da parte delle grandi case. Auspicando pure clamorosi rientri. Ogni riferimento alla Lamborghini è puramente voluto.