Ganna e Viviani, il richiamo della foresta
Chi è appassionato di letteratura contemporanea non può non annoverare tra i propri libri preferiti “Il richiamo della foresta“. Capolavoro scritto dall’autore statunitense Jack London nel 1903 racconta la storia di un pastore tedesco, Buck, che trasportato forzatamente da una villa della California alla corsa all’oro del Klondike, nei pressi di una foresta ne sente il suo “richiamo” abbandonando i suoi padroni per unirsi a un branco di lupi. Da allora, il titolo del romanzo è diventato sinonimo di “ritorno alle origini”.
Il 2022 di Filippo Ganna ed Elia Viviani può essere riassunto utilizzando a ragion veduta la dicitura del “richiamo della foresta”. E vi è anche un’assonanza materiale. Dal legno degli alberi a quello di un anello di 250 metri collocato all’interno di una struttura coperta denominato “velodromo”: la pista.
Pista che è stata protagonista della settimana ciclistica appena trascorsa con i Mondiali che si sono tenuti in Francia, in quel di Saint-Quentin-en-Yvelines. E dove l’Italia è stata assoluta protagonista, piazzandosi seconda nel medagliere dietro solo ai Paesi Bassi con quattro medaglie d’oro e tre d’argento. Due titoli mondiali sono giunti dal meraviglioso mondo femminile con Martina Fidanza nello scratch e il quintetto azzurro (Balsamo, Consonni, Affini, Guazzini, Fidanza) nell’inseguimento a squadre. E gli altri due proprio dai sopracitati Ganna e Viviani, rispettivamente nell’inseguimento individuale con tanto di record del mondo e nell’eliminazione.
Filippo ed Elia su strada hanno vissuto un 2022 al di sotto delle aspettative. Ganna ha perso sia il titolo europeo a cronometro (dove è giunto terzo) sia, dopo due successi consecutivi, quello mondiale nella prova contro le lancette. Viviani ha vinto appena due corse non certo di primaria importanza (una tappa al Giro di Croazia e una al Tour di Provenza). Invece la pista, terreno sul quale sono praticamente nati, ha raddrizzato alla grande per entrambi una stagione che si stava apprestando a essere considerata come negativa.
La settimana d’oro è cominciata sabato 8 ottobre, quando sul velodromo di Grenchen, Ganna ha unificato sia il record dell’ora che la miglior prestazione umana sull’ora con uno spaziale 56,792 km. Poi, è proseguita il 14 ottobre con l’oro e il record mondiale (3’59″636) nell’inseguimento individuale davanti a un altro azzurro: Jonathan Milan. Infine, si è conclusa ieri con il bis iridato di Elia Viviani nell’eliminazione dopo il successo già ottenuto nella stessa specialità nel 2021.
Insomma, Ganna e Viviani novelli “Buck” di “jacklondiana” memoria. Un richiamo della foresta che raddrizza la stagione e che magari potrebbe essere il prodromo per un 2023 migliore. Anche su strada.