Lo scorso 23 febbraio scrissi un articolo dal titolo “La US Soccer riconosce la parità di salario tra calcio maschile e femminile” in cui spiegavo come l’annosa lotta delle calciatrici statunitensi sull’equiparazione dei salari tra uomini e donne fosse arrivata al termine con la vittoria da parte delle giocatrici americane della causa per discriminazione retributiva contro la US Soccer Federation, la Federazione di calcio statunitense, cominciata nel 2019, ottenendo un risarcimento di 24 milioni di dollari e la parità di retribuzione per le squadre nazionali femminili e maschili in tutte le amichevoli e i tornei, compresa la Coppa del Mondo. A distanza di pochi mesi è scoppiato un altro caso nel mondo del calcio femminile, e questa volta nella federazione spagnola, dietro casa nostra.
Cosa è successo? 15 calciatrici della Nazionale Femminile spagnola hanno scritto alla Federazione spagnola una lettera identica, che recita pressappoco così: “Vi informo che gli eventi accaduti e la situazione che si è verificata nella nazionale spagnola, situazione di cui siete a conoscenza, stanno avendo un effetto importante sul mio stato emotivo e, per estensione, sulla mia salute. Come risultato non mi ritengo attualmente in condizione di essere scelto per la Nazionale e chiedo di non essere convocato fino a quando la situazione non sarà risolta“.
La prima conseguenza di questa lettera è stata una forte e bellicosa presa di posizione da parte della Federazione spagnola che ha parlato di “evento senza precedenti nella storia del calcio“, una situazione che “va oltre lo sport per essere una questione di dignità“, insistendo sul fatto che non avrebbe ceduto alle pressioni delle calciatrici e minacciando una squalifica da due a cinque anni per le 15 giocatrici ribelli secondo la legislazione spagnola. Nel corso dei giorni sono venuti a galla i nomi di queste calciatrici, ovvero Patri Guijarro, Mapi Leon, Claudia Pina, Aitana Bonmati, Mariona Caldentey e Sandra Panos del Barcellona, Ainhoa Moraza e Lola Gallardo dell’Atletico Madrid, Ona Batlle e Lucia Garcia del Manchester United, Leila Ouahabi e Laia Aleixandri del Manchester City e Nerea Eizaguirre e Amaiur Sarriegi della Real Sociedad.
I problemi della nazionale femminile spagnola però sono molto più profondi, visto che un mese fa le calciatrici avevano espresso la loro insoddisfazione per i metodi di allenamento del CT Jorge Vilda al presidente della RFEF Luis Rubiales e non solo, visto che si vociferava da tempo di una relazione tra Vilda e una calciatrice e del fatto che molti considerino Vilda un incapace troppo ancorato al passato, figlio di una federazione come quella spagnola che, a detta di molti, non ha mai veramente creduto nel calcio femminile. Le giocatrici erano state rassicurate sul fatto che ci sarebbero stati dei cambiamenti ma così non è stato. E a quel punto non hanno avuto altra strada che compiere questo gesto di ribellione per crescere, lamentandosi anche che la RFEF avesse violato la loro privacy pubblicando i nomi delle calciatrici che avevano inviato l’e-mail incriminata alla Federazione.
La risposta di Vilda è stata tutta in una conferenza stampa di oltre un’ora in cui ha spiegato come questa situazione stia danneggiando il calcio spagnolo e stia creando imbarazzo a livello mondiale, visto che ha ricevuto supporto anche dalla stella della Roja Jennifer Hermoso e dal Pallone d’Oro Alexia Putellas, attualmente infortunata. Vilda ha anche insistito sul fatto che ora avrebbe costruito una “nuova” nazionale con quelle giocatrici che si erano “impegnate” nella nazionale e che non si erano unite alla ribellione. E qui, incredibilmente, entra anche la politica, visto che nessuna giocatrice del Real Madrid ha partecipato all’ammutinamento, e questo è parzialmente dovuto alle pressioni poste su di loro dal club, che ha visto la possibilità di rimpiazzare le giocatrici blaugrana con le proprie, nel quadro di una più ampia rivalità sportiva e politica che si sta consumando in Spagna, possibilità confermata dalle convocazioni per le amichevoli contro Svezia e Stati Uniti che hanno visto ben 10 giocatrici madrilene convocate.
Non so dove porterà questo muro contro muro ma sono certo di una cosa: la reazione della Federazione Spagnola è sembrata a molti, me compreso, quasi esagerata, visto che aveva promesso alle calciatrici qualcosa che non ha mantenuto. Non può incolpare le giocatrici delle sue colpe.