Gran Premio d’Ungheria, 13/a tappa del Mondiale di Formula 1 2022. Analizziamo quanto accaduto sul circuito “Hungaroring” di Mogyoród con la nostra monoposto fornita di un cambio vintage ma potente a 7 marce.
Viaggia in 7/a marcia, Max Verstappen – Ottava vittoria stagionale per l’olandese della Red Bull e, probabilmente, la più importante ottenuta finora. Partito dalla decima casella a causa dei problemi avvertiti dal suo propulsore sabato nella Q3, la sua condotta unita all’ottima strategia del muretto della scuderia austriaca, gli consente di operare il sorpasso ai box prima su Hamilton e poi su Sainz e Russell. Infine, anche grazie al clamoroso errore della Ferrari, Verstappen sopravanza in pista Leclerc per ben 2 volte rimediando anche a un suo testacoda e porta a casa un successo clamorosamente insperato alla vigilia.
Viaggia in 6/a marcia, Lewis Hamilton – Parte con le gomme medie ma ha il merito di allungare il secondo tratto di gara (percorso anch’esso con le mescole con la scritta colorata di giallo) quel tanto che basta per disputare il finale con le soft, saltare Russell e concludere al secondo posto il Gran Premio. Una corsa che rappresenta un viatico per una seconda parte di Mondiale che si presuppone essere molto diversa in termini di risultati rispetto alla prima.
Viaggia in 5/a marcia, George Russell – Fine settimana da ricordare per l’inglese della Mercedes. Al sabato, arriva la sua prima pole position in carriera. Alla domenica, resiste quanto può prima a Leclerc poi a Hamilton per poi “arrendersi” e accontentarsi di salire sul podio sul terzo gradino. Una corsa da dove il pilota inglese cresce in consapevolezza.
Viaggiano in 4/a marcia, Fernando Alonso e Sebastian Vettel – I due “grandi vecchi” della Formula 1 emergono dalle difficoltà con orgoglio e infliggono una lezione sportiva ai loro compagni di squadra. Lo spagnolo della Alpine si “vendica” delle chiusure in gara di Ocon sopravanzandolo nell’ultima parte di gara, il tedesco della Aston Martin, alla sua prima corsa dopo l’annuncio del suo ritiro a fine Mondiale, sorpassa Stroll negli ultimi giri e conquista un punto che vale molto di più della singola tacca in classifica.
Viaggia in 3/a marcia, Esteban Ocon – D’accordo che il compagno di squadra è il primo avversario in Formula 1, però il francese esagera ostacolando Alonso in maniera tale da favorire un avversario diretto come Ricciardo sulla McLaren. Per sua fortuna, le gomme dure montate sulle monoposto francesi fanno il loro lavoro nel finale ed entrambe le Alpine terminano in zona punti. Ma con Alonso – giustamente – davanti a lui.
Viaggia in 2/a marcia, l’AlphaTauri – Quinto Gran Premio consecutivo senza punti e con l’Aston Martin che, zitta zitta, si avvicina. La crisi della scuderia di Faenza perdura e non si intravedono vie d’uscita.
Viaggia in 1/a marcia, Mattia Binotto – Il Team Principal della Ferrari giustifica il flop di Leclerc attribuendo la “colpa” alla vettura che non era performante come venerdì. Una lettura che ha un minimo di giustificazione (asfalto più freddo di 20 gradi rispetto al primo giorno del fine settimana) ma che diventa minimo rispetto al sesquipedale errore di montare le gomme dure sulla Ferrari di Leclerc quando si sapeva benissimo che non si sarebbe mai potuto arrivare alla fine e, soprattutto, i tempi delle Alpine che le stavano usando (ma con le vetture francesi che potevano – e l’hanno fatta – impostare la strategia di una sola sosta) non erano performanti. Un sesquipedale errore che si aggiunge a quelli di Monaco e di Silverstone. Sovviene il sospetto. Binotto è il cognome corretto? Da come il muretto Ferrari sta impostando le strategie, sembrerebbe davvero che ci sia un “in” di troppo.