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Pallone in Soffitta – Alberto Tarantini e il “bidone francese”

Campione del mondo nel 1978 con l’Argentina, Alberto Tarantini ha vissuto poi un’esperienza europea particolare in Francia. La raccontiamo per voi.

Alberto César Tarantini, classe 1955, è il terzino sinistro della Nazionale argentina iridata nel 1978. Un personaggio tra i più iconici di quella squadra, grazie a capelli lunghi e calzettoni abbassati. Quell’aria da bello e impossibile che sfrecciava sull’erba. Dà il meglio con la casacca del Boca Juniors, poi dopo il trionfo mondiale ha una disputa contrattuale con il club e va via. Emerge che la dirigenza, dopo averlo scaricato, abbia fatto pressione sulle altre società argentine allo scopo di boicottarlo. Tenta un inusuale approccio con il calcio europeo, vista la sua popolarità: lo fa in Inghilterra, che aveva accolto i compagni Ardiles e Villa. Ma dalla “porta di servizio”.

Lo ingaggia infatti il Birmingham City per 295.000 sterline. Lui si sbizzarrisce con i bonus, tra cui un’autovettura. Disputa 23 incontri, tuttavia la sua parentesi britannica viene segnata da episodi di indisciplina. Mette letteralmente K.O. Greenhoff del Manchester United e si arrampica sugli spalti per colpire un contestatore avversario. Si fa notare, Alberto. Nel 1979 se ne torna in patria al Talleres, poi lo accoglie il River Plate per tre annate. Nel frattempo aveva già concluso la parentesi con la Nazionale, dopo 61 presenze e una rete.

Arriviamo al 1983. Il riccioluto terzino ritorna nel Vecchio Continente, in Francia, dopo l’acquisto da parte del Bastia. Un fatto che da nell’occhio, per la fama del giocatore argentino e lo status del sodalizio transalpino, non certo tra quelli di primo piano in massima divisione. Infatti, dopo cinque mesi, si scopre la verità. Il Bastia non poteva permettersi l’ingaggio del campione sudamericano. Il quale, a piè pari con il suo agente Basilevitch, si vede rifilare un autentico “bidone”. Entriamo nel dettaglio.

Nel contratto viene inserita come clausola il pagamento al giocatore di una percentuale sugli incassi della squadra, per gli incontri casalinghi con un pubblico superiore alle 10.000 unità. Peccato che lo stadio di Bastia potesse ospitarne massimo… 10.000! Un raggiro vero e proprio, nonché una figuraccia ingenua da parte di Tarantini e del suo procuratore. D’altronde, in quel periodo il club corso non godeva certo di inattaccabile reputazione. Correva voce che non pagasse i suoi giocatori. Infatti…

Dopo cinque mesi in Francia, che Tarantini definì “d’inferno” all’aeroporto prima della partenza, l’argentino affermò che non sarebbe mai più tornato a Bastia nella sua vita. Ma trapelò che il suo desiderio fosse di restare nel Paese: infatti si legò al Tolosa per quattro stagioni, fino al 1988. Infine, chiuse la parabola agonistica in Svizzera nel San Gallo. Che personaggio, “Conejo” (coniglio, dalla sua capigliatura).

(Traccia sviluppata da: Guerin Sportivo, n°9/1984)