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Pallone Noir – Omar Sahnoun, una morte che doveva essere evitata

Un centrocampista di qualità, di origini algerine ma trapiantato in Francia, che grazie al calcio si fece un nome: Omar Sahnoun morì in campo ad appena 24 anni. Una tragica fine che poteva e doveva essere evitata.

Nato in Algeria (allora colonia francese) a Guerrouma il 18 agosto 1955, Omar Sahnoun si trasferisce con la famiglia in Francia – precisamente a Beauvais – nel 1962. Si appassiona ben presto al calcio ed entra ancora giovanissimo nel Nantes. Qui, nel ruolo di centrocampista e grazie alla fiducia dell’ex nazionale Jean Vincent, debutta come professionista ad appena 17 anni. Un talento splendido, Sahnoun: da centrocampista offensivo di qualità.

Ma purtroppo il giovane algerino manifesta in breve il suo tallone d’Achille: il cuore. Soffre di disturbi cardiaci e queste difficoltà ne limitano profondamente la carriera, considerando che purtroppo all’epoca non esisteva la stessa sapienza medico-sportiva di oggi. Dopo varie pause e periodi intermittenti sul campo, Omar procede ugualmente nella carriera professionistica.

Quando i problemi cardiaci lo lasciano tranquillo, dimostra tutto il suo valore. Tanto che nella stagione 1976-77 realizza ben 15 reti in Ligue 1 e contribuisce da protagonista al titolo nazionale da parte del Nantes. La Nazionale si accorge di lui e proprio durante quell’annata, il 23 febbraio 1977 contro la Germania Ovest, debutta con la maglia dei galletti. Tutto sembra procedere nel migliore dei modi per Sahnoun, finalmente in condizioni tali da affermarsi definitivamente.

Nella Francia disputa altri cinque incontri quell’anno. Ma sul finire del medesimo 1977, un ritorno dei consueti guai lo allontana dal campo e ne mette a repentaglio la carriera. Resta fermo cinque mesi, però non viene selezionato da Hidalgo per il Mondiale in Argentina, nonostante ad aprile ’78 fosse stato inserito nella lista dei 40 preselezionati. Nel 1979 passa al Bordeaux, con cui gioca un campionato su buoni livelli e conquista la Coppa di Francia. L’appuntamento con il destino è ormai vicino.

21 aprile 1980. Omar Sahnoun sta disputando la seduta d’allenamento con i girondini, quando è vittima di un attacco cardiaco. Stavolta, nemmeno 25enne, il franco-algerino non riesce a superare la crisi e muore. Una tragica fine che avrebbe dovuto essere evitata, visti i numerosi precedenti nella storia clinica del calciatore. Perché non è stato fermato, per consentirgli di potersi curare adeguatamente e vivere più a lungo?

Nel 2007, nel corso di un’intervista, un certo Michel Platini affermò di aver visto fare a Sahnoun, con il quale si era conosciuto durante il servizio militare, le stesse giocate di cui era capace Zinedine Zidane. Tanto per spiegare il bagaglio tecnico del campione scomparso, il quale non poté far conoscere al mondo il proprio talento.