Una carriera dignitosa, anche in Serie A. Poi la scomparsa a 44 anni: Franco Dori, attaccante classe 1943, morì per la superficialità altrui.
Dicevamo, un percorso pallonaro di buon spessore. Francesco – comunemente noto come Franco – Dori nasce a Chirignago (provincia di Padova, oggi Venezia) il 5 giugno 1943. Attaccante cresciuto calcisticamente nel Dolo, passa al Venezia nella stagione 1962-63. Il 9 dicembre 1962, in occasione del pari a reti bianche tra Lanerossi Vicenza e lagunari, debutta in Serie A a 19 anni e 187 giorni. L’allenatore Quario gli consegna la casacca numero 11, nella squadra che alla fine della stagione retrocederà in B. 7 presenze e 3 reti per l’ala sinistra veneta, niente male come approccio al grande calcio.
Un ottimo debutto, che fa poggiare su di lui gli occhi della Roma. La società capitolina lo porta subito in giallorosso, però Dori riesce a indossare solamente per una volta la maglia del club. Non in una gara qualunque. Parliamo del derby con la Lazio alla quinta giornata, circondato da fior di compagni: Cudicini, Malatrasi, Losi, De Sisti, Orlando, Manfredini, Sormani e Angelillo, guidati in panchina dall’iridato 1938 Alfredo Foni. Tuttavia, le cose per Dori non vanno nel verso giusto e torna già a novembre in prestito al Venezia.
Si rilancia in maglia neroverde e torna in massima serie al Messina nel 1964-65: un altro buco nell’acqua, con appena 10 presenze e un gol segnato… proprio alla Roma. Rientra in laguna e contribuisce alla promozione in A nel ’66, 16 gare e tre reti che chiudono il bottino della sua carriera nella massima categoria, con 34 gettoni e 7 gol complessivi. Dori non riesce a trovare continuità d’utilizzo, ma la conquista ad Alessandria in C. Appende le scarpe al chiodo dopo la quarta parentesi al Venezia, nel 1971, sempre in terza serie. Ha appena 28 anni.
Si sa poco della vita di Franco Dori una volta conclusa l’attività. Il suo nome torna sui giornali nel 1987. Purtroppo, per una tragica notizia. Il 29 novembre, il suo corpo viene ritrovato in un canale scolmatore collegato al depuratore del quartiere Bissola di Mestre, nel veneziano. La ricostruzione dei fatti de La Stampa (30 novembre 1987) riporta l’uscita dall’abitazione di viale san Marco in compagnia del suo cane, avvenuta la notte prima, dalla quale non aveva fatto più ritorno a casa.
I Vigili del Fuoco di Mestre, allertati dalla famiglia dell’ex calciatore, avevano subito indirizzato le ricerche presso il canale descritto nelle cui vicinanze era stato trovato il cane. I sopralluoghi erano iniziati la sera del sabato e si concludono la mattina seguente, con il ritrovamento del cadavere. Un incidente fatale che contava un drammatico precedente, recentissimo: una donna di 54 anni, nel tentativo di salvare il proprio cane precipitato nel medesimo vascone, era annegata meno di tre settimane prima. Quella di Franco Dori (44 anni al momento del decesso) è stata quindi una morte evitabile e maturata per superficialità altrui, visto che in seguito al primo incidente fatale non era ancora stata realizzata la recinzione disposta dal Tribunale di Venezia.