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Leonel Sánchez (1935-2022): “pugile pentito” di Santiago ’62

In Italia è diventato celebre per la Battaglia di Santiago alla Rimet 1962, da protagonista principe della disfatta azzurra contro il Cile: non proprio per motivi calcistici… Leonel Sánchez è scomparso a 85 anni, dopo una lunga malattia.

Un mito della “U”. Leonel Guillermo Sánchez Lineros nasce a Santiago del Cile il 25 aprile 1935, figlio di un pugile professionista, Juan Sánchez: tenete questo dettaglio da parte, tornerà utile. Attaccante mancino dalla notevole familiarità con il gol, diventa un beniamino della tifoseria dell’Universidad de Chile da subito, conquistando in breve anche la maglia della Nazionale. L’esordio con la Roja è datato 1955, nientemeno che al Maracaná di Rio de Janeiro, contro il Brasile per la Copa O’Higgins.

Tra il 1953 e il 1969 totalizza 386 presenze e 159 reti in campionato con l’Universidad, vincendo il titolo nazionale in sei occasioni. Alterna le prodezze sotto porta ad alcuni comportamenti sopra le righe, tendendo a difendersi a modo suo dalle attenzioni dei difensori avversari: reagendo fisicamente. Un peccato, per un giocatore particolarmente dotato di talento, qualità e istinto. Il calcio italiano scopre il “pacchetto completo” in occasione della Coppa Rimet 1962, organizzata proprio dal Cile.

Sorteggiata nel girone dei padroni di casa, la Nazionale italiana paga la campagna stampa negativa di due giornalisti nostrani, Antonio Ghirelli e Corrado Pizzinelli, che descrivono il Paese sudamericano in modo piuttosto pesante. Vengono tirate in ballo arretratezza, condizioni da Terzo Mondo, prostituzione praticata all’aria aperta. I cileni vengono a conoscenza dei reportage e preparano un’accoglienza speciale agli azzurri, montando un clima di estrema ostilità.

Il resto è storia. Cile-Italia finisce 2-0 per i padroni di casa, in una partita farcita di provocazione e odio sugli spalti e sull’erba di Santiago. Leonel Sánchez passa alla storia per aver reagito con un pugno sul viso di Mario David a un intervento energico del difensore, con l’ineffabile arbitro Aston che decide a senso unico e sanziona solo gli italiani. Un altro scontro acrobatico tra i due porterà all’espulsione dell’azzurro. Nei commenti del giorno dopo, l’attaccante cileno passerà alla storia come violento e l’esempio paterno tornerà sempre a galla. Per la cronaca, si laureò capocannoniere del torneo insieme a Garrincha, Vavà, Ivanov, Jerkovic e Albert.

In pochi ricordano che proprio Sánchez fu avvicinato dopo pochi mesi da alcuni club italiani, e accetterà l’offerta del Milan con cui giocherà solo un’amichevole nel “Torneo Città di Milano” contro l’Inter. Alla fine giocatore e società rossonera non trovarono l’accordo tecnico-economico e Leonel tornò in patria, dopo aver dichiarato il pentimento per i fatti di Santiago ed essersi riappacificato con David. Concluse la carriera a 37 anni dopo aver vestito le casacche di Colo-Colo, Palestino e Ferroviarios. Con la Nazionale: due edizioni dei Mondiali (1962 e 1966) e quattro Copa América disputate, per un totale di 85 presenze e 24 gol.

Sempre indossando i colori della sua vita, quelli dell’Universidad de Chile, ha vissuto le uniche esperienze da allenatore alla fine degli anni ’80. Minato da problemi respiratori da diverse settimane, che avevano portato a un suo ricovero presso l’Hospitál Clínico de la Universidad de Chile, Leonel Sánchez è scomparso nella giornata di sabato 2 aprile a 85 anni. Il 23 febbraio scorso non aveva potuto ricevere la terza dose del vaccino contro il Covid-19, per il peggioramento delle sue condizioni, legate alla fibrosi polmonare.