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Right here, right now – AEW: Adam Page vs low blows. Magia Regal, icona Sting

Il wrestling moderno corre spedito, i ritmi sono ancora più forsennati a livello di storyline, novità e spunti di interesse quando si parla di AEW. Condivido pienamente la decisione di prolungare il regno di campione del mondo di Adam Page, reduce dalla quarta difesa convincente consecutiva. Adam Cole, il quale non rappresenta un capitolo chiuso, ha dimostrato di poterci stare eccome nel main event di un ppv di una federazione, ha più volte sfiorato il colpo ma il cowboy credo abbia meritato di spuntarla, dovendo fare i conti anche con gli interventi esterni dei Re-Dragon.

Ecco un tasto dolente. I bookers di AEW ci hanno abituati a standard di match assai elevati differenziandosi dal prodotto offerto dalla WWE, ma non bisogna correre il rischio di proporre un qualcosa che abbia ben poco a che fare con la qualità AEW. Continuare ad assistere a vittorie dell’ex campione di NXT grazie all’immancabile colpo basso sta sinceramente stufando per due motivi. Si rovinano match spesso e volentieri molto equilibrati anche quando non si corre il rischio di “ridimensionare” l’avversario di turno (es. Lethal nell’ultimo Dynamite perchè una sconfitta super onesta può starci vista la portata dell’avversario), un wrestler del calibro di Adam Cole ha tutti i mezzi tecnici per ricorrere raramente a colpi non regolamentari o ad aiuti esterni, anche restando un heel seppure amato dal pubblico.

Ultimamente sta diventando una consuetudine e alla fine stanca e non poco, si tratterebbe di un autogoal per una federazione sì di wrestling, ma in primis di pro wrestling che giustamente si è sempre voluta contraddistinguere e offrire un prodotto qualitativamente superiore, del quale anche il sottoscritto è ovviamente innamorato senza limiti.

Che l’Inner Circle stesse vivendo un periodo di potenziale rottura era sotto gli occhi di tutti, anche se il gesto del pugno di condivisione di Santana e Ortiz a favore di Jericho aveva fatto pensare per un attimo almeno ad un tentativo di convivenza se non ad una profonda riappacificazione. E invece il leader della stable ha sorpreso letteralmente tutti, non soltanto colpendo a tradimento Kingston, ma “dedicandosi” agli ex Impact al fianco di una nuova fazione, fatta eccezione per il fidato Hager, comunque sempre più lontano dagli schermi da diversi mesi a questa parte.

Se il resto del gruppo mi lascia diverse perplessità, mi stuzzica molto la presenza di Daniel Garcia, sulla carta uno dei migliori se non il top dei giovani prospetti a livello di indies, l’autentico spot del wrestling lottato, simbolo di tecnica e, al tempo stesso, carica agonistica, resistenza e fame di successo. L’aggiunta evidenziata del termine “Entertainment” può essere interpretata in mille modi; inevitabile pensare ad una frecciata più o meno evidente alla federazione di Stamford. Chris Jericho può arrivare dove gran parte dei colleghi non immaginerebbe nemmeno, ha l’innata capacità di sorprendere, rendere solida e credibile qualsiasi storyline e posizione, non ci resta altro che attendere.

Impossibile non dedicare parte della rubrica alla nascita del dream tag – team, Brian Danielson e John Moxley, un qualcosa di impensabile, straordinario, in grado di raggiungere qualsiasi vetta fino a quando i rispettivi caratteri, personalità, egocentrismo consentiranno di mantenere unità di intenti, fiducia reciproca e condivisione dei valori. Uno scenario diventato realistico grazie all’arrivo a sorpresa di William Regal, il cui ingresso a Revolution ha lasciato davvero tutti a bocca aperta per l’importanza dell’ex wrestler e del valore dirigenziale dimostrato in tutti gli anni di NXT, una persona che in maniera assolutamente naturale riesce a rappresentare il perfetto mix di wrestling old school e la concezione moderna della disciplina. William Regal unisce Brian Danielson e John Moxley, questa sì che è una notizia clamorosa.

Poi vabbè, le sue mimiche facciali, i suoi sguardi, la dote di convincimento sono ulteriori esempi di eccellenza. La categoria tag-team vede una concorrenza elevata, ci si attendeva il push di Santana e Ortiz ma, a seguito della scissione operata da Jericho, gli ex membri dell’Inner Cicle rischiano di doversi dedicare all’ennesima battaglia tra fazioni. Senz’altro i Lucha Brothers, non appena Fenix rientrerà dall’infortunio, meriterebbero un’altra chance, i Jurassic Express sono circondati da ogni parte, il loro successo a Revolution contro Young Bucks e Re-Dragon ha dato dimostrazione a tutti che non si trovano lì per caso.

Nel mio piccolo è doveroso complimentarmi pubblicamente con Sting, un lottatore, un campione, un’icona, una leggenda, un uomo che a 62 anni ha vinto tutto in carriera, ha avuto ricchezza, fama, gloria e successi, non avrebbe assolutamente nulla da dimostrare, ma probabilmente recenti circostanze gli hanno fatto credere il contrario. Circa sei anni fa è stato dichiarato fisicamente ritirato, ha lavorato duro, la passione autentica e profonda per il wrestling ha avuto il sopravvento, come avvenuto ai tempi della TNA, ma nel frattempo gli anni sono passati, o meglio sarebbero passati.

L’ex simbolo della WCW si diverte e si fa divertire gli appassionati come se il tempo si fosse fermato, sia a Revolution che a Dynamite non si è fermato dinanzi a nulla, poteva essere colpito con qualsiasi oggetto che reagiva all’istante, poteva volare su tre tavoli che si rialzava con orgoglio e determinazione. Da autentica standing – ovation. Jeff Hardy, il cui gesto di scusa nei confronti di Sting probabilmente in ricordo di quanto avvenuto durante un ppv in TNA è stato molto apprezzato dal sottoscritto, pare destinato all’ultimo push di una straordinaria carriera. La reunion con il fratello Matt, a prescindere dal riuscire o meno a conquistare le cinture, può contribuire ulteriormente allo spettacolo di una federazione che non vuole smettere di crescere. William Regal unisce Brian Danielson e John Moxley, è soltanto uno dei numerosi esempi, anche nell’ottica di far compiere il definitivo salto di qualità a qualche giovane talento.