Un giorno di settembre 1899, nel porto di Southampton, attraccò un piroscafo sul quale viaggiava una squadra di calcio. Proveniva dal profondo sud del continente africano, più precisamente dal Orange Free State, territorio nel quale stava per scoppiare la seconda guerra boera. Quella squadra sconosciuta, composta unicamente da calciatori neri e chiamata ufficialmente Basuto XI, era giunta in Gran Bretagna per intraprendere un tour di quattro mesi, che l’avrebbe vista impegnata in quasi cinquanta partite.
I giocatori africani non erano molto dotati dal punto di vista tecnico. Come affermava il Morning Post, avevano effettuato un esiguo addestramento preliminare ed erano palpabilmente inadatti. Vennero soprannominati The Kaffirs (dall’arabo kafir, infedele), come venivano indicate in senso dispregiativo in Sud Africa le persone di pelle nera. Ci fu una vera e propria campagna discriminatoria, incentrata su pregiudizi e stereotipi razziali di vario genere. “Che tipo di calcio giocheranno queste bellezze oscure?” si chiedeva il Football Echo, mentre l’Atheltic News riportava la caricatura di un giocatore che indossava un solo stivale e brandiva una lancia.
Avrebbero dovuto esordire contro l’Aston Villa, ma un ritardo dell’imbarcazione fece slittare il debutto, che avvenne contro il Newcastle al St. James Park. I Magpies stavano iniziando la loro seconda stagione in prima divisione e non avevano mai affrontato una formazione straniera. I Kaffirs si presentarono con un kit da gioco che ricalcava la bandiera dell’Orange Free State: casacca arancione con risvolti blu, pantaloncini blu. La partita terminò sul 6-3 e fu commentata con ilarità da parte dei quotidiani sportivi locali.
Il tour continuò contro Middlesbrough, Sunderland e Scarborough, per poi toccare la Scozia (contro Hibernian e Celtic), Belfast e Liverpool. In tutti i match giocati The Kaffirs furono sconfitti e l’impressione era che le squadre, al cospetto di una formazione nettamente inferiore sul piano tecnico, non volessero infierire sui malcapitati avversari, come affermava il giornale sportivo Football Evening News.
Allo scoppio della seconda guerra boera, che contrapponeva inglesi e popolazioni appartenenti alla Repubblica del Traansval e dell’Orange Free State, l’intero tour dei Kaffirs venne messo in discussione. Come potevano due nemici, impegnati in una guerra, giocare nello stesso rettangolo verde? Nonostante le difficoltà il tour proseguì e ben presto la squadra sudafricana trovò la sua prima affermazione sportiva. Dovette però oltrepassare la Manica, perché la prima e unica vittoria arrivò in terra francese, contro lo Sporting Club Tourcoing a Roubaix.
Dopo altre otto partite (e altrettante sconfitte), il 6 gennaio 1900 gli “ospiti”, come venivano chiamati in Terra d’Albione, fecero ritorno a Città del Capo. Si concluso così la prima esperienza all’estero di una squadra sudafricana, capace di superare la derisione e i pregiudizi della gente e di giocare ben quarantanove match in soli quattro mesi.