Sarebbero 1200, al momento, le vittime civili accertate dall’ONU da quando è cominciata la drammatica invasione della Russia in Ucraina. Un numero non solo destinato ad aumentare con l’avanzare dei giorni e l’inasprirsi della guerra, sempre più cruenta e straziante sul piano umanitario; ma probabilmente anche sottostimato, perché nei conflitti resta sempre complesso riuscire ad avere informazioni certe, persino quando si tratta di morti e feriti. Ma dietro queste fredde statistiche ci sono persone, con le loro vite, che improvvisamente sono state travolte da un attacco di enorme portata e dai risvolti impossibili da pronosticare a oggi.
Sono tanti gli atleti coinvolti in questo conflitto, sia come militari che come civili. E le conseguenze della guerra, inevitabilmente, toccano anche loro, provocando un numero crescente di morti e feriti. Vi avevamo raccontato soltanto qualche giorno fa dei primi tre sportivi ucraini uccisi nel corso di attacchi e bombardamenti: i calciatori Dima Martynenko e Vitalii Sapylo e l’atleta di biathlon Yevhen Malyshev. Ma nelle ultime ore, altri due atleti, stavolta pure giovanissimi, hanno pagato con la propria vita l’attacco incessante dei russi in Ucraina: il kickboxer Yevhen Zvonok e il talento del wrestling sambo Artem Pryimenko.
Zvonok aveva appena 22 anni, era campione nazionale e vice campione del mondo di kickboxing, ma da poco aveva deciso di arruolarsi per aiutare l’esercito ucraino nella resistenza. Diversi giorni senza sue notizie, poi il drammatico annuncio: il ragazzo è rimasto vittima del bombardamento a Chernigov, rimanendo intrappolato sotto le macerie di una scuola. La città del Nord del Paese è da giorni sotto assedio costante dei russi con attacchi aerei e le immagini che arrivano riportano soltanto devastazioni, palazzi rasi al suolo dai missili, fumo, incendi e corpi in strada. I russi considerano la città, ai confini con la Belarus, un avamposto fondamentale per provare poi ad attaccare Kiev anche da Nord, ma il disastro del loro passaggio è già stato fin troppo evidente.
Pryimenko, invece, di anni ne aveva appena 16 ed era considerato uno dei massimi talenti ucraini nel wrestling sambo, arte marziale tipicamente russa un tempo inserita nell’addestramento dei soldati dell’Armata Rossa: sambo è un acronimo per samozashchita bez oruzhiya, ossia “auto-difesa senza armi”. Il giovane atleta, ripetutamente campione nel suo Paese, ha perso al vita durante un attacco aereo dei russi a Sumy che ha spazzato via un’intera zona residenziale, uccidendo anche tutti gli altri membri della sua famiglia: i genitori, la nonna e due fratelli minori. A raccontarlo è stato il suo allenatore, Eugeny Leonenko.
Sono decine le vittime civili degli attacchi aerei e dei bombardamenti alla città di queste ore, come annunciato anche dal presidente dell’amministrazione militare regionale di Sumy, Dmitry Zhivitsky. Sarebbero già 5mila le persone che avrebbero lasciato la cittadina e oggi sono previsti nuove evacuazioni, con l’apertura (almeno sul piano teorico) dei corridoi umanitari. Il tempo stringe e ogni giorno le vittime civili salgono, mentre la guerra resta ancora lontana da una sua soluzione.