In Primo Piano

Tony Mowbray ha detto che Diaz è stanco perché “ha giocato a 10mila metri di altezza”. Ossia ben più in alto dell’Everest

Tra i protagonisti di questa stagione dei Blackburn Rovers, l’attaccante Ben Brereton Diaz ha giocato sicuramente un ruolo fondamentale: in 30 presenze, il giocatore nato a Stoke-on-Trent ma nel giro della Nazionale del Cile (dietro c’è una curiosa storia di uno sviluppatore di Football Manager che aveva aggiornato i dati del ragazzo dopo la scoperta della nazionalità cilena della madre) ha già siglato 20 reti ed è attualmente il secondo miglior marcatore della Championship, dietro all’ormai inarrivabile Mitrovic. E la classifica dei Rovers a oggi sorride: la squadra di Tony Mowbray è terza con 54 punti, a meno 4 dal secondo posto del Bournemouth, anche se con due partite disputate in più. Insomma, il centravanti classe ’99 è l’uomo su cui il Blackburn sta puntando forte per provare a tornare in Premier League dopo dieci anni e riportare i riflettori della massima serie inglese in una piazza dalla storia gloriosa. Ma, probabilmente, il futuro di Diaz è comunque quello di fare a breve il salto di qualità, con o senza la maglia biancoblù dei Rovers.

Nell’ultima partita giocata dal Blackburn in campionato, contro il West Bromwich Albion, però, il giocatore cileno si è infortunato al ginocchio, uscendo a 20′ dalla fine. E nella conferenza stampa di presentazione della sfida di sabato contro il Millwall, Mowbray non ha portato buone notizie: Diaz sarà fuori per almeno due partite, ma il suo problema potrebbe tenerlo fuori dal campo anche per qualche settimana, se non mese. Un infortunio in realtà non così imprevedibile per il tecnico del Blackburn, che ha sottolineato la necessità di riposo che avrebbe meritato Diaz, sceso in campo troppe nell’ultimo periodo.

Ma dietro a questo affaticamento, ci sarebbero anche gli impegni con la Nazionale cilena di fine gennaio, contro cui Mowbray ha puntato il dito: “Ha avuto un calendario di impegni davvero intenso e sembrava già stanco ancora prima che partisse, poi ha giocato due partite a 10mila metri di altezza”. Il riferimento è alla doppia sfida che il Cile ha giocato contro l’Argentina allo stadio Zorros del Desierto a Calama (situata a 2.210 metri sopra il livello del mare) e contro la Bolivia allo stadio Hernando Siles a La Paz (3600 metri sopra il livello del mare circa). Insomma, due partite giocate ad altitudini notevoli, che comportano un aumento notevole della fatica per i giocatori in campo.

I numeri Mowbray fanno però quantomeno sorridere: se si considera che la cima più alta del mondo è l’Everest ed è pari a 8.849 metri, significa che per il tecnico dei Rovers il suo attaccante (per la cronaca, andato anche a segno contro l’Argentina) avrebbe giocato ancora più alto. E sui social non sono mancate le reazioni ironiche per le dichiarazioni quantomeno un po’ melodrammatiche di Mowbray, che forse questa volta sorriderà un po’ di meno, dovendo fare i conti con un’assenza pesante in vista delle speranze di promozione del Blackburn.