Alla fine l’all in ha dato i suoi frutti. I Los Angeles Rams infatti qualche anno fa si erano posti come obiettivo il giocare, e possibilmente vincere, il Super Bowl LVI in casa nel nuovo splendido SoFi Stadium. Per raggiungere questo risultato il proprietario Stan Kroenke ha prima ingaggiato Sean McVay, l’head coach più giovane della storia NFL che diventerà poi l’head coach più giovane a vincere il Super Bowl, e poi irrompendo sul mercato della free agency accaparrandosi giocatori come Jalen Ramsey, Matthew Stafford, Odell Beckham Jr. e Von Miller sacrificando le proprie scelte al draft presenti e future privilegiando veterani già affermati per puntare a vincere subito. L’ultimo step è stato fatto proprio con Stafford quest’estate, con i Rams che hanno deciso di mandare a Detroit Jared Goff, prima scelta al draft, in cambio del quarterback trentaquattrenne.
Ovviamente avessero perso sui Rams sarebbero piovute critiche da ogni dove per la gestione del salary cap che avrebbe portato allo smantellamento della squadra in poche stagioni senza la possibilità di scegliere nel primo giro del draft.
I Rams però hanno avuto ragione battendo nell’atto finale 23-20 i Cincinnati Bengals, una squadra arrivata al Super Bowl con la strategia diametralmente opposta: puntare tutto suoi giovani e sulle prime scelte al draft per ricostruire.
Andiamo a vedere ora la partita nel dettaglio. Possiamo dividere questo Super Bowl in tre fasi. La prima è stata dominata da Los Angeles, capace di portarsi in vantaggio 13-3 grazie alle marcature di Beckham e Kupp serviti perfettamente da Stafford. Alla fine del secondo quarto però l’inerzia cambia con l’attacco dei Bengals comincia ad aumentare i giri e con una giocata a sorpresa Mixon si trasforma in quarterback servendo Higgins in end zone. Nel terzo quarto è Burrow a trovare ancora Higgnins per il sorpasso: 17-13 Cincinnati. L’implacabile McPherson mette a segno ancora tre punti per la squadra dell’Ohio, mentre il field goal di Gay accorcia le distanze per i Rams che entrano nell’ultimo periodo sotto 20-16 e senza l’infortunato Beckham, che non rientrerà più in campo. Ed è qua che l’offensive line dei Bengals inizia ad accusare la fatica con Burrow che subisce diversi sack (saranno sette in totale a fine partita). Quando mancano sei minuti dalla fine dell’incontro inizia il drive decisivo per i Rams: 79 yard chiuse con il passaggio di Stafford in end zone per Kupp a un minuto e venticinque secondi dallo scadere del cronometro dopo diverse flag. A questo punto arriva il sigillo dell’altro grande protagonista di questo Super Bowl: Aaron Donald. Il defensive tackle più forte della lega chiude la partita placcando Burrow sul quarto down per i Bengals. Per il secondo anno consecutivo fa festa la squadra di casa: il Super Bowl LVI è dei Losa Angeles Rams.
L’MVP va a Cooper Kupp, che chiude da eroe una stagione piena di record. Secondo giocatore della storia dopo Jerry Rice a ricevere i titoli di NFL Offensive Player of the Year e MVP del Super Bowl, record di ricezioni (33) nei Playoff, primo giocatore dal 1994 a vincere il Super Bowl avendo il record di yard ricevute in stagione (1947) e di touchdown (16). Anche Donald avrebbe meritato il titolo di MVP sia per la partita giocata sia per essere probabilmente il più forte difensore di linea della storia della NFL. Si sa però che quasi sempre l’MVP del Super Bowl va a un giocatore offensivo. Matthew Stafford invece diventa la più anziana prima scelta del draft a vincere un Super Bowl e si conferma definitamente come un quarterback di livello assoluto. Dopo aver fatto il massimo in una squadra disastrata come i Detroit Lions, appena ha avuto a supporto dei giocatori forti è riuscito a conquistare il Super Bowl alla prima occasione.
I Rams quindi vincono la partita esattamente come nel Conference Championship contro i San Francisco 49ers: touchdown di Kupp e sack nell’azione successiva. Per la squadra di McVay è il coronamento di un progetto e di un’idea portata avanti in questi anni e voluta ancora più fortemente dopo la bruciante sconfitta subita tre anni fa nel Super Bowl contro i New England Patriots. Dopo Lakers e Dodgers, anche i Rams ora sono campioni a Los Angeles, per la prima volta dal 1951.
Continua invece la maledizione del Super Bowl per i Bengals: tre giocati, tre persi. Sinceramente però tutti i membri dello staff, tutti i giocatori e tutti i tifosi devono solo essere orgogliosi per quanto fatto da una squadra che l’anno scorso aveva chiuso la stagione regolare con quattro vittorie e dodici sconfitte e dodici mesi dopo è stata capace di raggiungere il Super Bowl battendo in trasferta nei Playoff Tennessee Titans e Kansas City Chiefs. Burrow, Chase e tutti gli altri giovani giocatori rappresentano per Taylor e per Cincinnati una solidissima base su cui migliorare ancora nei prossimi una squadra già molto forte ritoccando alcuni reparti come l’offensive line. Siamo sicuri che i Bengals giocheranno molto altre partite di Playoff.
L’appuntamento con la NFL torna in primavera col Draft mentre a settembre prenderà il via la nuova stagione che si concluderà col Super Bowl LVII allo University of Phoenix Stadium in Arizona.